Cinque “unità” italiane in aiuto ai “campesinos”


RIO CARIBE, STATO SUCRE – La scorsa settimana, nel municipio di Arismendi, la Ong italiana Cesvi ha ufficialmente consegnato cinque “unità di beneficio” per la produzione del cacao ad altrettante cooperative di piccoli produttori agricoli locali. Una “unità di beneficio” consta di due elementi, un impianto per la es-siccazione ed uno per la fer-mentazione dei semi di cacao. Si tratta di una struttura essenziale per ottenere un sensibile miglioramento sia della quantità, sia della qualità del cacao prodotto. Questa iniziativa, finanziata da una fondazione bancaria italiana, la Cariplo, si inquadra in un intervento più ampio, patrocinato dall’Unione europea, di rilancio della produzione del cacao in Venezuela, in linea con gli stessi obiettivi di sviluppo economico del governo di Caracas.


Le cooperative beneficiarie dell’intervento del Cesvi sono composte da un numero oscillante tra i 15 e i 25 contadini, il cui sostentamento dipende primariamente dal cacao. Grazie agli interventi di sostegno e sviluppo svoltisi nell’arco degli ultimi anni, la produttività di cacao di un singolo ettaro di terreno è passata da 150-200 kg a 700 kg. Il dato è stato fornito da Carlos Guerra, direttore tecnico della Fundación Proyecto Paria, la fondazione venezolana che, per il Cesvi, ha curato la realizzazione del progetto. Gli altri vantaggi che l’iniziativa porterà ai contadini, sottolinea Guerra, sono un miglioramento agronomico delle culture, con la progressiva sostituzione di piante di cacao di qualità inferiore (“forastero”) con piante di cacao pregiato (“criollo”), dalle quali si ottiene un prodotto il cui valore sul mercato è sensibilmente più alto. Luigi De Chiara, coordinatore del Cesvi per il Venezuela e la Colombia, ha sottolineato a sua volta un’altra ricaduta positiva di questa iniziativa: facendo diventare il cacao una fonte di benessere per i contadini locali, si arriva a proteggere tutto l’ecosistema della zona – in questo caso, lo stato Sucre – perché le piante di cacao crescono solo all’ombra di alberi ad alto fusto. Rilanciando la produzione di cacao, spiega De Chiara, non solo si migliorano le condizioni dei contadini che lo lavorano, ma anche si preservano le foreste di Arismendi dal disboscamento.


Il principio ispiratore del Cesvi in tutti i suoi interventi in giro per il mondo, come ha spiegato De Chiara, è “aiutare affinché poi non ci sia più bisogno di aiuto”. In termini pratici, riuscire a creare realtà produttive che siano in grado di entrare con profitto sul mercato, e a restarci. Un esempio di come tale obiettivo sia conseguibile è rappresentato dalla cooperativa “Carioca” (Cacao Rio Caribe), creata grazie a un intervento finanziato dalla Ue cui collaborò anche il Cesvi, che raggruppa 500 produttori dello stato Sucre. Questa cooperativa produce attualmente circa 300 tonnellate all’anno di cacao (destinate soprattutto al mercato europeo), una quantità rilevante se si considera che l’intera produzione di cacao venezolana ammonta – secondo dati Fao – a 15 mila tonnellate.


Abbiamo avuto l’opportunità di chiedere a José Guerra, sindaco di Arismendi, una valutazione del progetto del Cesvi. Il primo cittadino ha voluto sottolineare, in particolare, un risultato: l’essere riusciti ad unire in cooperativa soggetti che, tradizionalmente, sono chiusi nel loro individualismo. In effetti, ci ha spiegato De Chiara, è stato proprio associare i contadini la fase più lunga di un progetto durato un anno; la costruzione delle strutture è stata un processo assai più rapido. Nel complesso, il sindaco Guerra ha valutato molto positivamente il progetto Cesvi, per il benessere che promette di portare alla popolazione e per gli insegnamenti che lascia in eredità; e ha espresso un augurio: “Speriamo se ne facciano altri”.