“
Inizia così la secca smentita data dalla Farnesina all’articolo dell’editorialista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella. Un fondo in cui ha parlato dei nostri rapiti mettendo in rilievo la sensazione di solitudine e abbandono che vive la nostra collettività da quando si è conclusa la terza missione antisequestro a carico del commissario Filippo Bonfiglio. L’ultima a tutt’oggi. Altre, quelle che “l’Unità di Crisi continua a finanziare” per ora in Venezuela non sono approdate.
La verità è che il problema dei sequestri in Venezuela, finalmente rimbalzato sui media italiani, è tanto grave che va affrontato con serietà e non può essere liquidato con poche parole. E neanche con soluzioni parziali.
“
Le innumerevoli volte in cui abbiamo chiesto un esperto antisequestro “permanente” lo abbiamo fatto perchè conosciamo bene il paese, la sua geografia, e sappiamo quanto sia difficile arginare un problema che tutti gli indicatori prevedono in crescita. Non bastano i contentini per gettare un po’ di fumo negli occhi. Non basta continuare a finanziare missioni che, a quanto pare, languono tra polverose pratiche burocratiche senza riuscire a varcare l’oceano. Il problema è drammatico e va affrontato con serietà e rapidità. Esistono esperti di ogni tipo in giro per il mondo. In Venezuela abbiamo bisogno di un esperto antisequestro “permanente”.
Non è un capriccio. Ci sono in gioco vite umane, ci sono in gioco persone che, anche quando escono vive dalla tragedia del sequestro, restano segnate per sempre da quell’amara esperienza. Che non si dimentica, che ti cambia dentro. Ci sono in gioco anche famiglie che si smembrano perchè vivono in zone particolarmente a rischio. Restano i padri, i mariti, che, non potendo abbandonare il lavoro, allontanano moglie e figli. Per paura.
È deludente la nota emessa dall’Unità di Crisi.
Lungi dal dare una risposta concreta, promette di nuovo solo “briciole, briciole, briciole” come ha giustamente sottolineato l’editorialista Gian Antonio Stella.