Berlusconi torna a tuonare contro i comunisti

MILANO – Si avvicinano le elezioni, e Silvio Berlusconi torna a sventolare lo spettro del comunismo. Il presidente del Consiglio ha parlato in occasione dell’incontro promosso a Milano, presso l’hotel Marriott, da “Noi riformisti azzurri” e dedicato a “La politica riformatrice del governo Berlusconi”.


“La democrazia e la libertà nel nostro Paese – ha detto il premier – non sono ancora garantite perché c’è una opposizione illiberale che ancora sventola nelle sue bandiere i simboli del terrorismo e dei partiti della tirannia”. “Dobbiamo fare una grande operazione verità” ha aggiunto, in riferimento alle “mistificazioni” di “chi porta sulle sue bandiere i simboli del terrorismo, della dominazione e della tirannia comunista”.


Se parlo di comunismo, ha quindi tenuto a precisare il Cavaliere, non per inventare un nemico, “ma perché è ancora tra noi”, e che “senza quei partiti che orgogliosamente si definiscono comunisti, il centrosinistra non potrebbe sicuramente governare”. E spiega: “Ci sono due modi per essere comunisti. Il primo è quello palese di Rifondazione comunista, o dei Comunisti italiani, che è il meno pericoloso. L’altro modo è quello di dimenticare il passato, facendo finta di niente dei cento milioni di morti che ci sono stati e di non dire nulla sul plauso all’Unione Sovietica che anche in Italia veniva dato, è quello di dirsi socialdemocratici, socialisti e addirittura liberaldemocratici senza smettere il sistema di lotta politica proprio del comunismo”. Sarebbero da ascrivere a questo “sistema di lotta”, secondo Berlusconi, tutte le iniziative giudiziarie nei suoi confronti. “Loro considerano gli avversari politici come dei nemici che vanno guardati non con antipatia ma con odio”.


Il premier ha quindi rivendicato l’azione di governo svolta sino ad oggi. “Non abbiamo mai rubato, non abbiamo trasformato Palazzo Chigi in una merchant bank, non abbiamo fatto intercettazioni telefoniche, non abbiamo usato la magistratura, non abbiamo mandato la Guardia di Finanza e non abbiamo usato la televisione”, ha detto il presidente del Consiglio. “In Parlamento girano la testa dall’altra parte per non salutarmi – ha proseguito. – Vi considerano dei profittatori e degli ottusi. Questo è il loro profondo illiberalismo perché credono che tutto ciò che viene dalla proprietà privata sia sbagliato. Questo – ha aggiunto – è il loro profondo illiberalismo perché credono che tutto ciò che viene dalla proprietà privata sia sbagliato”.


Berlusconi ha parlato in serata, quando il giornale andava in chiusura. Non si è potuto prendere nota delle repliche al suo discorso.