Rapimenti, Ciudad Bolívar chiede “Fiorella libera”

Caracas, 23 nov. – Chi capitasse in questi giorni a Ciudad Bolívar, non può evitare di notarli: striscioni, manifesti, scritte murali, cartelli affissi sulle macchine che chiedono: liberate Fiorella. Il nome si riferisce a Paula Fiorella Carlessi D’Amico, la 24enne italovenezuelana, madre di un bimbo di tre anni, sequestrata il due novembre mentre si trovava negli uffici della sezione amministrativa dell’azienda del padre, dove lavora. Il viceconsole Ezio Rampini, intervistato dal Correo del Caroní, così spiega questa partecipazione: “Si tratta di familiari e dei tanti amici che questa famiglia conta in città. Bisogna ricordare che qui intervengono almeno due comunità, quella italiana e quella araba, perché il marito di Paula è di discendenza araba”. Il console Rampini ricorda quindi che la comunità italiana, da qualche anno, è tra quelle particolarmente prese di mira dai sequestratori in Venezuela: dal 2000 sono stati rapiti 54 italiani o italovenezuelani; attualmente, gli italiani o italovenezuelani in mano della criminalità sono nove. Va peraltro ricordato che il fenomeno colpisce duramente tutta la società venezuelana, ed è particolarmente virulento a Ciudad Bolívar. Nei pressi della città lo scorso 19 novembre sono stati arrestati due presunti componenti di una banda che aveva rapito una giovanissima venezuelana, Crismary Sobela Pereira Montilla. Entrambi i fermati, aventi 30 e 22 anni, sarebbero di nazionalità colombiana. Il rapimento avvenne il 15 di ottobre. La 14enne Crismary viaggiava in auto, un fuoristrada, con tutta la famiglia; poco prima di arrivare a casa, l’auto viene fermata da un posto di blocco presidiato da quattro poliziotti. Ma è tutta una messinscena: i poliziotti sono in realtà dei banditi, che si fanno consegnare dieci milioni dal padre della ragazza, poi portano via la giovane lasciando detto al padre di mettere insieme cento milioni di bolivares (circa 3.700 euro) per il riscatto. Crismary venne poi liberata dopo dieci giorni di prigionia, in seguimeto al pagamento del riscatto. Purtroppo gli inquirenti escludono che i due fermati siano collegati al rapimento di Paula Fiorella, una circostanza che avrebbe potuto facilitare le indagini. Nella regione, spiegano, è proliferato un gran numero di piccole bande dedite, tra le altre attività illecite, anche ai sequestri di persona. Questo moltiplicarsi della microcriminalità ha modificato, a detta degli inquirenti, la natura della malavita in tutto il Venezuela nord-occidentale, dal quale le grandi organizzazioni criminali hanno preferito sganciarsi.