Sequestro Frigo, trovata l’auto di Giorgina

Caracas – Si complica la vicenda del sequestro Frigo, l’italiana rapita tredici giorni fa con il figlio di tre anni a El Tigrito, nello stato venezuelano di Anzoategui. Ieri è stata ritrovata l’auto su cui viaggiavano madre e figlio quando sono stati rapiti: completamente calcinato, il veicolo – una Toyota 4.500 color verde oliva targata BAZ-33N – è stato rinvenuto da alcuni lavoratori della Pdvsa (la statalizzata venezuelana del petrolio) nei pressi del pozzo MG-552, ubicato nel “Centro di operazioni” Bare 1, nella giurisdizione del municipio Miranda. Gli inquirenti presumono che sia stato dato alle fiamme lo stesso giorno del sequestro, dopo che i rapiti –Giorgina Frigo, 33 anni, e il figlio Giorgio di tre anni – erano stati trasferiti su un altro mezzo.


Famiglia e polizia mantengono il più stretto riserbo su eventuali trattative con i rapitori, ma quanto pubblicato ieri dal quotidiano El Tiempo accresce l’apprensione per la sorte di madre e figlio: secondo il quotidiano di Puerto La Cruz, i familiari hanno chiesto ai sequestratori una prova che Giorgina e il suo piccolo siano ancora in vita, come garanzia prima di versare un eventuale riscatto. A queste indiscrezioni si aggiungono le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalla polizia, secondo le quali la banda responsabile del sequestro Frigo è “una miscela esplosiva” di criminalità, ossia un gruppo che si dedica anche al traffico di droga e ad altri reati. Un riscontro a queste valutazioni si è avuto il 22 novembre, quando una retata antidroga effettuata in una tenuta terriera di nome “Las Palmitas”, ubicata nel settore Morón, nel municipio Independencia dello stato Anzoategui, ha portato non solo al sequestro di quasi tremila chili di cocaina purissima ma anche al ritrovamento di una borsa contenente documenti appartenuti a Giorgina Frigo. Si ritiene che donna e figlio siano stati tenuti prigionieri nella tenuta “Las Palmitas” per un breve periodo, prima di essere spostati in altro luogo.


La signora Frigo è moglie di Jorge Cataldo Rivas, imprenditore di origine salernitana proprietario della società Cafri operante in campo petrolifero. Oltre alla Cafri, la famiglia Cataldo-Frigo controlla anche la società Transporte y Servicios Reych, di cui Giorgina figura tra gli azionisti. Il rapimento ha avuto luogo il 15 novembre, a El Tigrito. Quel giorno la signora Frigo e suo figlio erano a bordo del Toyota di famiglia; l’imboscata si è verificata all’incrocio delle vie Roma e El Paraíso, nel quartiere Santa Ana. Qui la vettura dei Frigo venne tamponata da una Corsa senza targa, dalla quale discesero tre uomini armati, che presero prigionieri donna e bambino e li portarono via.


Dopo il succedersi di dichiarazioni dei giorni scorsi da parte dei funzionari a capo delle indagini, adesso le autorità sono diventate avare di comunicati. Ieri, l’unico commento rilasciato alla stampa a margine del ritrovamento della Toyota è stato l’annuncio di un ulteriore potenziamento in uomini e mezzi dei reparti destinati alla ricerca di Giorgina e del piccolo Giorgio; su tutto il resto, silenzio.