Approvata la ex-Cirielli, ecco cosa cambia

ROMA (9colonne) – Il Senato ha approvato il 29 novembre con 145 sì, 104 no e 1 astenuto la legge denominata “ex Cirielli”, che prevede le modifiche al codice penale e alla legge n.354 del 26 luglio 1975, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione. La nuova legge riduce i tempi di prescrizione per i reati meno gravi mentre li aumenta per i più gravi, li riduce per gli incensurati e li aumenta per i recidivi. Un punto della legge tratta infatti la recidiva: chi torna a delinquere dopo precedenti condanne va incontro a un terzo in più della pena prevista se il nuovo reato commesso non è colposo, fino alla metà in più della pena se il nuovo reato (sempre non colposo) è della stessa natura del precedente, se viene commesso entro cinque anni dal precedente o se è commesso quando il colpevole sta ancora scontando una condanna. La legge prevede poi condanne più severe per i reati di mafia: da 5 a 10 anni di reclusione per i colpevoli di associazione mafiosa, non più 7 anni di reclusione, ma 12 per chi si trova ai vertici di associazioni di stampo mafioso mentre sale da due a quattro anni la pena per chi copre le attività mafiose.


Altri punti della legge ex Cirielli riguardano particolari categorie di detenuti, gli anziani e i dipendenti da droga e alcol: chi ha compiuto 70 anni può scontare la condanna nella propria abitazione, a meno che non si tratti di persona recidiva e pena sospesa una volta sola nei confronti di tossicodipendenti e alcolisti che devono scontare non più di tre anni di reclusione (anche in questo caso, solo se non si tratta di individui recidivi) . Infine, la nuova legge prevede che la riforma della prescrizione non possa essere applicata ai procedimenti in corso laddove i nuovi termini di prescrizione siano più lunghi di quelli previgenti. Dai termini della prescrizione sono esclusi i processi in primo grado, dove vi sia stata la dichiarazione di apertura del dibattimento, nonché i processi già pendenti in appello e in Cassazione.