Documento/Gli obiettivi della Conferenza Stato-Regioni-P.a.-Cgie

ROMA – La Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie si è riunita dal 29 novembre al 1° dicembre in plenaria a seguito della convocazione del presidente del Consiglio, ai sensi della Legge istitutiva n. 198/98.


La Conferenza – si legge nel documento programmatico dell’evento – ha preso innanzitutto atto dei profondi cambiamenti istituzionali, economici e sociali intervenuti negli ultimi tre anni seguiti alla convocazione della prima plenaria, nonché delle ripercussioni che essi comportano nelle relazioni tra le diverse componenti del tessuto socio-politico nazionale, con particolare riferimento alle Comunità italiane, all’estero. La legge conferisce infatti alla Conferenza il compito di indicare le linee programmatiche delle politiche del Parlamento, del Governo, delle Regioni e degli Enti autonomi nei confronti delle collettività all’estero, linee programmatiche che costituiscono l’indirizzo politico-amministrativo dell’attività del Cgie”.


“Sul piano istituzionale – si legge più avanti – la riforma costituzionale del 2001 conferisce alle Regioni e alle province autonome piena autonomia nella proiezioni all’estero dove le Comunità italiane, spesso organizzate in associazioni regionali, rappresentano un interlocutore privilegiato. I legami delle Regioni con le proprie comunità all’estero vengono alimentati anche dalle Consulte regionali che costituiscono un elemento sostanziale nei rapporti con i corregionali nel mondo. L’introduzione dell’esercizio del diritto di voto all’estero per corrispondenza e la creazione di una circoscrizione elettorale estera alla duale sono stati assegnati 18 parlamentari (12 deputati e 6 senatori) consentirà alle Comunità italiane nel mondo di avere una rappresentanza diretta nel Parlamento nazionale. Il Cgie, che la legge di modifica n. 198/1998 definisce “l’organismo di rappresentanza delle Comunità italiane all’estero presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le comunità all’estero”, non potrà non essere direttamente coinvolto dalla riforma costituzionale sopra indicata. Appare opportuna una riflessione comune, tesa ad individuare e definire i rispettivi ruoli dello Stato e delle Regioni nei confronti delle collettività all’estero nel nuovo contesto che si è creato. Oltre al piano istituzionale anche sul piano economico le comunità italiane all’estero hanno risentito delle diverse situazioni createsi nei rispettivi paesi di insediamento”. Sebbene da un lato la cosiddetta “globalizzazione dell’economia” e l’internazionalizzazione delle attività economico-produttive – continua il documento – coinvolgano in misura crescente le nostre collettività all’estero, “tuttavia in alcuni casi le nostre collettività si trovano ad affrontare le situazioni di crisi in cui versano i rispettivi paesi di residenza. La Conferenza non può prescindere da un’analisi approfondita e un attento monitoraggio di tali aspetti della vita delle nostre comunità all’estero, da un lato potenziali risorse di internazionalizzazione, da un altro lato soggetti bisognosi della solidarietà nazionale”.


“Il processo di integrazione delle nostre comunità all’estero – prosegue il documento – nelle società di inserimento si accompagna naturalmente con un loro mutato rapporto verso la lingua e la cultura italiana. Le seconde e successive generazioni nate all’estero richiedono strumenti per mantenere il proprio patrimonio culturale e linguistico di origine, ma al tempo stesso esprimono sempre di più una propria identità culturale-frutto di una simbiosi tra le tradizioni dei propri ascendenti e quella dei luoghi di insediamento – che costituisce una ricchezza sia per la società di appartenenza sia per quella d’origine. Infine, si avverte l’esigenza di misurarsi con le nuove realtà delle nostre comunità all’ estero per alimentare il legame che le unisce all’Italia. A tal fine la Conferenza ribadisce l’urgenza di realizzare la Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo che il Cgie ha già da tempo proposto”.


“Alla luce delle profonde dinamiche sopra accennate – si legge ancora nella bozza – che interessano le nostre comunità all’estera e che richiedono da parte di tutte le componenti della società nazionale, segnatamente le istituzioni statali e regionali, un continuo adeguamento delle proprie politiche alle mutevoli situazioni, la Conferenza riafferma il carattere permanente della propria attività ed a tal fine si prefigge l’obiettivo di creare le condizioni e programmare le azioni per affrontare in modo concreto e costruttivo le quattro tematiche, individuate dal Cgie, accolte e condivise dalle due parti: “Riforma dello Stato; Internazionalizzazione; Lingua, Cultura e Formazione Professionale; Ambito sociale e Tutela dei Diritti: Pertanto stabilisce di adottare le seguenti determinazioni:


1. è istituita una cabina di regia tecnica, paritetica


“Stato-Regioni-P.A. Cgie”;


2. la cabina di regia è lo strumento operativo per la realizzazione del programma triennale definito dalla seconda plenaria della Conferenza permanente


3. I componenti della cabina di regia partecipano alle riunioni della VI Commissione Tematica del Cgie “Stato-Regioni-P.A.-Cgie”:


4. in occasione delle Assemblee plenarie del Cgie si riuniranno le parti della Conferenza per un momento di “verifica politica” della propria attività;


5. le quattro tematiche su indicate saranno oggetto dell’approfondimento di quattro gruppi di lavoro che sfocerà in quattro seminari tematici da organizzare nel prossimo triennio”.


“I seminari progettati – conclude il documento – dovranno coinvolgere, oltre ai componenti della Conferenza previste dalla legge, anche le Consulte o i Consigli Regionali per l’Emigrazione, nonché i Com.It.Es., il mondo associativo e le personalità, gli istituti e gli esperti interessati. I dei seminari verranno portati all’attenzione delle componenti politiche ed istituzionali della Conferenza affinché ne derivino i necessari seguiti, legislativi o amministrativi, man mano che si concludono i lavori dei seminari. Questo programma rende effettivamente permanente la  Conferenza senza creare nuovi organismi: infatti, la legge stabilisce che la Segreteria della Conferenza è la stessa del Cgie, mentre la IV Commissione del Cgie opportunamente integrata con rappresentanti dello Stato e delle Regioni, diventerà l’organo operativo della Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. I seminari saranno organizzati in modo che i costi di partecipazione siano assunti dai diversi componenti riducendo in snodo significativo le risorse necessarie, da reperire presso lo Stato e le Regioni, per coprire spese organizzative e garantire una larga partecipazione anche ad enti non previsti dalla Legge, ma il cui coinvolgimento è funzionale al buon esito dei lavori. La terza plenaria della Conferenza prevista secondo la legge con cadenza almeno triennale, cioè al più tardi nel 2008, sarà il momento di verifica politica dalla realizzazione del presente programma e di definizione delle linee programmatiche del successivo triennio”.