Tav, il governo: colpa degli anarchici

ROMA – Il governo lancia l’allarme per l’ordine pubblico, l’opposizione risponde che l’unica strada e’ il dialogo con le popolazioni e non la forza. Il giorno dopo lo sgombero dei cantieri in Val di Susa, le posizioni fra le coalizioni sembrano ancora piu’ lontane. L’allarme del governo e’ stato lanciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu: un allarme che denuncia l’azione di ”gruppi dell’estrema sinistra, dell’area antagonista e dell’anarco-insurrezionalismo” che vorrebbero estendere i disordini a Torino, Milano, Roma e altre citta’. Un ”disegno” che il governo annuncia di voler ”contrastare fermamente”, come conferma il fatto che dopo l’incontro con Berlusconi, Pisanu ha convocato i vertici della polizia, dei carabinieri e del Sisde.


D’altra parte, nel governo emerge anche la volonta’ di cercare il dialogo con le amministrazioni locali, come dimostra l’annuncio di palazzo Chigi di voler rilanciare l’osservatorio, istituito presso il ministero delle Infrastrutture, allargandolo agli enti locali interessati, oltre che alla stessa presidenza del Consiglio e ai ministeri competenti.


La linea di fermezza e dialogo del governo non trova pero’ l’apprezzamento dell’opposizione; a cominciare dall’area (Prc, Pdci e Verdi) che sostiene le ragioni dei no-Tav e che considera del tutto ingiustificato l’uso della forza. Il Verde Alfonso Pecoraro Scanio parla di una ”strategia della tensione” da parte del governo, mentre i comunisti italiani, come dice il segretario Oliviero Diliberto, chiedono una commissione d’inchiesta ed accusano il governo di ”alimentare un clima di tensione” a scopi elettorali.


La novita’ e’ che questa accusa non resta confinata all’area radicale perche’ viene ripresa da Massimo D’Alema. Il presidente dei Ds non solo sostiene che, usando la forza, il governo ”incoraggia gli estremisti”, ma getta anche il sospetto che questa sia una scelta legata alla campagna elettorale. La necessita’ del dialogo con le popolazioni resta comunque la posizione comune a tutta l’opposizione, anche se viene interpretata in maniera diversa, come conferma il fatto che Vannino Chiti, coordinatore della segreteria Ds, boccia come una ”sciocchezza” l’iniziativa del verde Paolo Cento, che aveva chiesto a tutta l’Unione di unirsi ai manifestanti. Per Chiti, l’atteggiamento giusto di fronte ad un governo ”arrogante e incompetente” e’ quello di Romano Prodi, che intende incontrare gli amministratori locali, e giudica necessario discutere sul ”come” e sul ”dove” dell’alta velocita’.


Nell’Unione sembra cosi’ tornare a crescere la differenza fra gli oppositori radicali della Tav, e quelli che ritengono necessario arrivare a realizzare l’opera, ma, come dice il segretario dei Popolari-Udeur, Clemente Mastella, ricordandosi che bisogna prima ”discutere, discutere e tornare ancora a discutere” con gli interessati.


D’altra parte, qualche differenza emerge nello stesso governo e nella maggioranza. Una crepa e’ emersa anche nei rapporti fra Pisanu e il collega Pietro Lunardi, quando il ministro dell’Interno ha fatto sapere di non aver gradito le parole con cui quello delle Infrastrutture aveva detto che il problema della Tav era ormai solo una questione di ordine pubblico; mentre, aveva osservato Pisanu, una volta ”ripristinata la legalita’ nel cantiere”, il problema dell’ordine pubblico e’ risolto. Una precisazione alla quale Lunardi ha risposto dando atto a Pisanu di aver fatto la sua parte e ringraziandolo per aver permesso l’avvio dei sondaggi esplorativi. Ma, al di la’ dei rapporti fra i due ministri, e’ nella Lega che restano le principali preoccupazioni. Come avverte il ministro Roberto Maroni, le proteste nella Val di Susa vengono da ”amministrazioni di popolo e non da qualche no global”; anche se, avverte Maroni, il presupposto per il dialogo e’ riconoscere che, alla fine, l’alta velocita’ va realizzata.