Tav, sequestrato il cantiere

TORINO – Colpo di scena nella vicenda Tav. La magistratura ha posto sotto sequestro i terreni a Venaus, in Val di Susa, dove dovrebbe sorgere il cantiere per la costruzione del tunnel della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Secondo il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, ciò significa “che l’accesso all’area è interdetto anche per l’azienda che deve effettuare il lavori e ciò favorisce il dialogo sulle questioni che riteniamo utili e necessarie”. Dialogo non facile, del quale il seguente lancio dell’agenzia giornalistica Ansa fornisce un esauriente resoconto:


 


 


BUSSOLENO (TORINO), 11 dic. – Hanno accolto con favore la ‘cabina di regia’ per la Torino-Lione creata sabato a Palazzo Chigi, ma non hanno firmato il documento sottoscritto da governo, regione, provincia e comune di Torino e dai vertici della Rfi.


 


I sindaci e i presidenti delle Comunità montane della Valle di Susa hanno sottolineato l’importanza “dell’apertura e della prosecuzione del dialogo” e hanno deciso di portare il documento all’ordine del giorno dei Consigli comunali. Allo stesso tempo, tuttavia, contestano alcuni punti del documento. Vorrebbero che l’attuale progetto della Tav venisse accantonato e che si discutesse di ipotesi alternative. Una posizione che sembra compatta, ribadita da Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Montana Bassa Valle di Susa, all’assemblea dei comitati “No tav” e dei valligiani che si è tenuta nel pomeriggio a Bussoleno, con la presenza di centinaia di persone.


 


Prima, i sindaci si erano incontrati, a porte chiuse, nel Municipio di Sant’Antonino, una manciata di chilometri a valle rispetto a Bussoleno. Una riunione durata oltre due ore, in cui sarebbe emersa qualche distinzione di vedute (l’Alta Valle è preoccupata di non danneggiare la stagione sciistica e le Olimpiadi), tra i primi cittadini, ma chiusa comunque all’insegna dell’unità. Ferrentino è stato il portavoce a Bussoleno, dove ha aperto e chiuso un’assemblea durata quasi quattro ore, non priva di qualche contestazione, che si è spaccata soprattutto sull’opportunità di fare la manifestazione “No tav” prevista per sabato prossimo a Torino e che la Comunità Montana vorrebbe rinviare o trasformare in qualcosa di più festoso e meno arrabbiato.


 


“Non siamo in grado di organizzarla in cinque giorni – ha spiegato Ferrentino – e poi in questo momento potrebbe aggiungere poco e sottrarre molto”. “Il documento di ieri – ha spiegato Ferrentino – è del governo, non ci sogniamo di firmarlo, ma lavoreremo perché si possano inserire degli emendamenti. Allo stesso tempo, tuttavia, è importante avere dato al movimento della Valle di Susa un tavolo di alto livello istituzionale. E’ una vittoria, non è un inciucio, non è vero, come ci ha scritto qualcuno mandandoci e-mail, che siamo contrari alla Tav, mentre a Roma saremmo andati a discutere di come farla. Sono pure dietrologie”. “Siamo contenti – ha detto ancora Ferrentino, annunciando che prima di Natale ci sarà un altro incontro del Tavolo di palazzo Chigi – che questo dialogo sia stato avviato in sedi politiche e tecniche, ma allo stesso tempo, se ci sarà anche un solo movimento nel cantiere, questo documento sarà per noi carta straccia”.


 


Anche Mauro Carena, presidente della Comunità Montana Alta Valle di Susa, ha sottolineato l’importanza che ci sia “una base per il dialogo”, ma ha contestato il fatto che si voglia discutere sul “come fare l’alta velocità” e non sul “se” farla e che in conseguenza di ciò non si vogliano prendere in considerazione i progetti alternativi. Su quest’aspetto ha insistito, a margine dell’assemblea, Nilo Durbiano, sindaco di Venaus. Tra i sindaci presenti, l¡unico a parlare all’assemblea è stato quello di Susa, Sandro Plano, che ha lanciato un appello perché “non si boicottino le Olimpiadi Invernali, perché altrimenti saremo isolati dall’Alta Valle e da Torino. Dovremo, comunque, evidenziare la nostra protesta durante le giornate olimpiche, sventolando bandiere no tav”. “Ribadisco che il documento scaturito dall’incontro di Palazzo Chigi è un buon risultato, che consente di mettere dei punti fermi e di discutere. Certo il fatto che i sindaci non l’abbiano ancora sottoscritto può creare qualche problema”.


 


Il fatto che i sindaci non abbiamo chiuso la strada al dialogo è stato commentato positivamente dalla presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, che però ha ricordato: “A Roma abbiamo discusso quattro ore, giungendo a un’ipotesi di accordo vera e propria, non solo a una base di discussione. I rappresentanti della Valle di Susa devono stare attenti a non prestare il fianco a qualche falco in seno al governo che chieda di modificare il documento”. Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha apprezzato la decisione di “riportare la discussione nei consigli comunali, cioè nelle sedi istituzionali”.