S&P: “Pronti ad abbassare il rating”

MILANO – Vissuto, nel 2005, un ”anno critico” per quanto riguarda la finanza pubblica, l’Italia del 2006 dovra’ affrontare – pena la possibilita’ di vedere abbassato il proprio rating – i temi inevasi nel recente passato come la ”riduzione del debito” e la necessita’ di delineare ”un approccio credibile e coerente per risolvere gli squilibri finanziari, al di la’ delle misure una tantum”.


A dipingere cosi’ il quadro dell’economia e’ l’agenzia Standard&Poor’s il cui responsabile per il rating ‘sovrano’, Moritz Kraemer, non ha mancato di osservare come la valutazione ”a lungo termine potrebbe essere abbassata, nel corso del prossimo anno, se non emergono segnali di una strategia di riduzione del debito sostenibile e coerente dopo le elezioni dell’aprile 2006”’. Considerazioni nette indirizzate, in maniera particolare al mondo politico: sia quello di centrodestra al governo che quello di centrosinistra all’opposizione. ”Nonostante una solida maggioranza parlamentare – viene infatti osservato – il governo del primo ministro Silvio Berlusconi e’ stato incapace di procedere lungo la propria agenda di riforme strutturali e fiscali”. Per quanto riguarda la compagine guidata da Romano Prodi, invece, ”una potenziale maggioranza di centrosinistra – manchera’ di coesione cosi’ come il governo Berlusconi e, probabilmente, dovra’ appoggiarsi” sugli alleati di Rifondazione Comunista come ”partner della coalizione”.


Sul fronte finanza pubblica – e’ stato puntualizzato – il rating della ”Repubblica italiana e quelli degli enti territoriali, nel 2005, hanno ancora una volta attraversato un anno critico. Dopo il declassamento del luglio 2004 a ‘AA-‘ con prospettive stabili, l’8 agosto S&P ha modificato la previsione sul rating sovrano a negativo alla luce degli accresciuti rischi in un contesto di bassa crescita economica e di indebolimento del Patto di Stabilita’ europeo”. Viatico poco brillante per il 2006 oramai alle porte. A giudizio di Standard&Poor’s, nei prossimi 12 mesi, ”i temi evidenziati in passato si ripresenteranno ancora una volta, specie a consultazioni compiute”: nel dettaglio, appare necessario ”delineare e avviare un approccio credibile e coerente per risolvere gli squilibri finanziari, al di la’ delle misure una tantum” varate nel recente passato.


All’interno del proprio studio sull’Italia – il cui rating e’ stato fissato al livello ‘AA-‘ con outlook negativo – Standard&Poors ha inoltre evidenziato come il Paese abbia ”beneficiato” dell’inserimento nell’area euro e presentato una serie di numeri relativi all’andamento complessivo delle sue finanze, ”Non solo il rapporto debito-Pil e’ uno dei piu’ elevati – viene precisato – ma il processo di riduzione che durava da una decade sta ora invertendo la marcia”: il livello di indebitamento e’ atteso in aumento al 109% nel 2005 mentre la ”debolezza delle finanze pubbliche italiane condurra’ a deficit superiori al 3% del Pil almeno fino al 2008 a meno che non venga avviata una vigorosa politica di controllo dei costi”.


A giudizio di Standard&Poor’s, poi, l’indebitamento dovrebbe salire ulteriormente al 110% del Pil nel 2007. ”Le attese del governo di rapidi miglioramenti strutturali dei conti pubblici e la previsione di introiti da vendite di asset pubblici pari all’1% del Pil all’anno – viene osservato ancora – appaiono ottimistiche. Di conseguenza sembra difficile da raggiungere anche l’obiettivo ufficiale di una riduzione del debito al 101% del Pil per il 2009 mentre appare piu’ plausibile un tasso del 107%”.