Consorte lascia Unipol, l’addio del “Cuccia rosso”

ROMA – Il “Cuccia rosso”: così per anni è stato definito il numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, che mercoledì 28 dicembre ha annunciato le dimissioni dal colosso assicurativo emiliano, insieme al suo braccio destro, Ivano Sacchetti. Dopo le indagini della magistratura milanese sulla scalata ad Antonveneta e da ultimo sull’uscita del manager da Telecom nel 2001, Consorte ha deciso di lasciare la carica di presidente e di amministratore delegato di Unipol, il gruppo delle coop che ha portato alla ribalta finanziaria nazionale, culminata proprio con l’operazione Bnl.


Consorte si difende nel corso del cda della controllante Holmo, ma evidentemente prende atto della presa di distanza che il mondo delle coop aveva segnato con un comunicato giusto martedì. Lo “stratega” delle cooperative che voleva farsi banchiere coronando un sogno e una strategia inseguita da tempo è alla guida del braccio finanziario delle coop rosse da più di dieci anni (nel ’90 è stato nominato amministratore delegato e nel ’96 presidente). Un arco di tempo che gli è servito a modellare la compagnia ed a prendere quei contatti, con l’appoggio dei quali è oggi riuscito a mettere a punto una delle sue mosse più audaci.


Nel 1989 registra il suo primo successo: riesce a far quotare in Borsa la compagnia. Dieci anni più tardi Unipol fa parte della schiera guidata da Roberto Colaninno per l’assalto a Telecom. E’ in questa occasione che incontra e stringe rapporti con Emilio Gnutti e Gianpiero Fiorani e inizia a tessere una serie di relazioni e rapporti, anche con le banche internazionali.


Un percorso, quello di Consorte, contrassegnato però anche da alcuni episodi negativi. L’ultimo è il “no” di Mps, banca amica per ragioni di affinità politica, alla decisione di scalare la Bnl. Un divorzio tra le due capitali della “finanza rossa” che segna la nascita di una diversa strategia di crescita all’interno del centrosinistra, tra una parte, la Margherita, da subito schierata contro l’operazione su Bnl, e i Ds, che l’hanno difesa, e all’interno stesso della Quercia. Alla fine, in sostanza, a Consorte gli viene chiesto di fare un passo indietro. E lui lo fa.