Troppi ritardi, ultimatum a Trenitalia

VENEZIA – Ultimatum dal Veneto alle ferrovie italiane: o entro tre mesi le condizioni di viaggio sulle tratte venete torneranno alla normalità, oppure la Regione non rinnoverà il contratto che investe Trenitalia della responsabilità di garantire le comunicazioni su strada ferrata sul territorio di sua competenza. È l’ultimatum che l’assessore alla mobilità del Veneto, Renato Chisso, ha inoltrato al responsabile per il triveneto di Trenitalia, Paolo Codeluppi, dopo aver preso visione delle relazioni sullo stato dei trasporti redatte dagli ispettori regionali e sulla base delle lamentele dei passeggeri arrivate in regione.


L’iniziativa veneta arriva a pochi giorni da quella intrapresa dalla Regione Marche che, per i ripetuti disservizi, il 28 dicembre scorso non ha rinnovato il contratto con Trenitalia, in scadenza il 31, e ha aperto una vertenza con il governo e i responsabili della società. La giunta marchigiana si è peraltro dichiarata disponibile a deliberare immediatamente la proroga dei servizi per il 2006, a condizione però che Trenitalia dichiari la propria disponibilità a condividere le soluzioni prospettate.


La situazione, in Veneto, è peggiorata a dicembre, con l’introduzione dei nuovi orari FS. La Regione chiede a Trenitalia di offrire ai pendolari la possibilità di utilizzare gli Intercity senza l’obbligo del supplemento quando le condizioni di traffico siano proibitive, e l’introduzione della precedenza obbligatoria ai treni regionali rispetto a quelli a lunga percorrenza quando questi ultimi siano in forte ritardo.


E’ da alcuni mesi che l’Italia sta vivendo una “emergenza trasporti” che sta creando non pochi disagi pendolari e passeggeri dei treni italiani. Lo stesso ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, ha sollecitato un incontro con il presidente delle Ferrovie dello Stato, Elio Catania, il quale ha promesso una serie di provvedimenti tampone per ristabilire un’efficienza accettabile. Una promessa che deve però fare anche i conti con il taglio del 40% dei trasferimenti da parte dello Stato e che ha determinato “una carenza di materiale rotabile” che non consente di rispondere alla crescente richiesta di trasporto. Catania è stato chiamato dal governo a far luce sui problemi che si sono verificati negli scorsi giorni sulla dorsale adriatica ma anche per esaminare le cause dei sempre più frequenti disservizi sul trasporto ferroviario che sia il ministro sia il manager di Fs hanno definito “inaccetabili”. Anche ieri, peraltro, la giornata ha offerto nuovi spunti di critica al servizio con nuovi guasti che si sono verificati, ad esempio, al locomotore dell’Eurostar Milano-Lecce e a quello del regionale Sulmona-Pescara.


Intanto fioccano le critiche da parte politica, sia dall’opposizione che dalla maggioranza con l’Udc che parla di “vergognoso sperpero di soldi pubblici”, An che lamenta il “silenzio assordante” dei vertici e lo stesso presidente della Commissione trasporti della Camera, il forzista Angelo Sanza, che convoca i vertici del gruppo ferroviario a riferire in Parlamento “con urgenza”. Questa l’analisi del ministro Lunardi: “Quello che stiamo vivendo nelle Ferrovie è una crisi di crescita legata ad una sottovalutazione negli anni passati della crescita di domanda di trasporto, dell’esplosione del pendolarismo: una sottovalutazione imperdonabile” che dimostra però che non si tratta “di una crisi irreversibile, ma solo di un’emergenza temporanea”.