La città del Forum

CARACAS – Sulla scia dell’entusiasmo per la elezione alla presidenza della Bolivia dell’indio aymara Evo Morales, decine di migliaia di persone, convinte che “Un altro mondo è possibile”, si sono date appuntamento a Caracas dove, da ieri fino al 29 gennaio, si tiene la sesta edizione del Forum sociale mondiale (Fsm) nato nel 2001 a Porto Alegre, in Brasile.


Superando non poche difficoltà, non ultima la chiusura del viadotto Caracas-La Guaira, i partecipanti hanno popolato sia la grande tendopoli giovanile, organizzata nello spazioso Parque del Este, sia gli hotel di ogni categoria. Tradizionalmente organizzato in coincidenza con il Forum di Davos, in Svizzera, che quest’anno si confronta con il tema “Imperativo creativo”, l’appuntamento sudamericano segue di pochi giorni lo svolgimento di un capitolo africano chiusosi a Bamako (Mali) che ha affontato temi chiave come agricoltura, acqua, debito e migrazioni, e precede una edizione asiatica in marzo a Karachi, in Pakistan. Per riscaldare gli animi, e poter liberare creatività e slogan, il Forum è stato inaugurato nel pomeriggio (la sera italiana) da una “Marcia contro l’imperialismo e la guerra” partita dalla Piazza de Las Tres Gracias, dove di trova l’Università centrale del Venezuela, e giunta, fra una sventolio di bandiere colorate, al Paseo Los Proceres, dove si è tenuto un concerto musicale internazionale. Ospite d’onore dell’evento, Cindy Sheehan, la battagliera madre di un soldato statunitense morto in Iraq che guida ora le proteste antibelliche negli Stati Uniti.


In un primo momento gli organizzatori avevano ipotizzato che Caracas si potesse trasformare nel terreno di un vertice dei capi di stato della variegata realtà di sinistra e progressita della regione, dal brasiliano Lula da Silva all’argentino Nestor Kirchner, dall’inossidabile Fidel Castro al padrone di casa Hugo Chávez. Ma solo di quest’ultimo è certa la presenza in un paio di iniziative, mentre non si esclude comunque un possibile viaggio-sorpresa di Morales dalla Bolivia.


Uno dei fondatori del Fsm, il brasiliano Francisco Whitaker, ha osservato che l’assenza del capo dello stato brasiliano è comprensibile, essendo questo un anno elettorale, e anche perché, dopo la stagione delle illusioni, “il processo brasiliano ha lasciato molte persone perplesse, se non addirittura deluse”. Intanto il francese Ignacio Ramonet, uno dei padri storici del Forum, ha rilanciato alla vigilia una “provocazione” che già era maturata nelle conclusioni dell’edizione 2005 a Porto Alegre, dichiarando “la fine” dell’esperienza unicamente movimentista del Forum. Per lui, i movimenti sociali e politici sviluppatisi in questi anni soprattutto in America latina hanno dimostrato che “è giunto il momento di elaborare un pacchetto minimo di alternative alle politiche neoliberali che diano senso al progetto e permettano veramente di cambiare le cose”.


Questo ed altri stimoli faranno parte delle oltre 2.000 iniziative messe in cartiere nei cinque giorni di Caracas. Guerra, acqua, donne, bambini, ecologia, Aids, Cuba, Palestina, agricoltura e nucleare sono solo alcuni degli argomenti in agenda, mentre Marx, il “Che” Guevara e Simón Bolívar saranno gli idoli che continueranno ad essere acclamati, in concorrenza con le “new entry” rappresentate dai presidenti che stanno costruendo la nuova America latina: Lula, Evo Morales, Kirchner e Chavez.


Sei gli “assi” di lavoro: 1) Potere, politica e lotta per l’emancipazione sociale; 2) Strategie imperiali e resistenze dei popoli; 3) Risorse e diritti per la vita: alternative al modello depredatore; 4) Diversità, identità e cosmovisioni in movimento; 5) Lavoro sfruttamento e riproduzione della vita; 6) Comunicazione, culture e educazione: dinamiche ed alternative democratizzatrici.


Ma coerente con la diversità culturale tipica di questo questo movimento no global, anti-global o, alla francese, alter-global, l’agenda prevede seminari di tutti i tipi, compresi i temi più insoliti, come “La difesa dei diritti sessuali nei regimi fondamentalisti”, “L’Hip Hop è un movimento rivoluzionario?”, “La bicicletta è un tipo di trasporto sostenibile?”.