Compromesso sulle elezioni

ROMA – La data del voto resta il 9 aprile, ma la legislatura si scioglierà due settimane dopo quella che dovrebbe essere il suo termine naturale, vale a dire l’11 febbraio anziché il 29 gennaio. E’ questo il compromesso istituzionale prospettato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un’intervista rilasciata ieri a Sky Tg 24. Il Quirinale, fino a ieri sera, non aveva ratificato una tale soluzione, ma la constatazione che essa sia stata accolta senza polemiche dall’opposizione suggerisce che, alla fine, le cose andranno come annunciato dal Cavaliere.


Ma quali sono le incombenze che l’esecutivo giudica tanto impellenti da chiedere una deroga alle scadenze istituzionali? In primis la proposta di legge “Pecorella”, quella che impedirà ai pubblici ministeri di presentare appello in caso di sentenza di assoluzione di primo grado. Approvata nei giorni scorsi in via definitiva e rimandata alle Camere dal Quirinale per incostituzionalità, la Pecorella è stata rivista e nuovamente licenziata martedì scorso dalla commissione Giustizia della Camera; dovrebbe arrivare in aula per la discussione generale da lunedì prossimo.


Ieri intanto i deputati erano alle prese con il provvedimento sul riordino delle carriere dei militari, chiesto da An, e con il decreto Pisanu per le elezioni, quello che contiene la norma “taglia-firme”. Il testo, approvato ieri in via definitiva, stabilisce che per le forze politiche che si presenteranno alle prossime elezioni con un nuovo simbolo servirà la metà delle firme necessarie a presentare le candidature. La legge va incontro a formazioni quali la Rosa nel Pugno, la Dc di Rotondi, Verdi e Pdci.


Poi c’è il decreto sulla Pubblica Amministrazione, e il provvedimento sulla droga per il quale ieri il ministro Giovanardi ha annunciato l’intenzione del governo di mettere la questione di fiducia. Il testo, ora all’esame del Senato, è chiesto a gran voce da Alleanza Nazionale. E sempre al Senato dovranno essere discussi in tempi brevi provvedimenti come la riforma del condominio messo a punto dal presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama Antonino Caruso (An), quello sulla disciplina per il settore funerario e la proposta di legge sugli incidenti stradali che punta ad aumentare le condanne per i responsabili e ad accelerarne i processi civili e penali.


Quindi le Camere dovranno vedersela ancora con le “quote rosa” (oggi al Senato) e con alcuni decreti ormai in scadenza (che però potrebbero essere esaminati anche a camere sciolte) come quello per le Olimpiadi di Torino che scade il 28 febbraio; sulla proroga dei termini per il processo civile, con identica scadenza; sull’emergenza rifiuti in Campania (scade il 29 gennaio); sulla proroga dei termini legislativi (28 febbraio); per interventi urgenti in Agricoltura (12 marzo); in materia di risparmio ed energia elettrica (18 marzo). Ma, in questo scampolo di legislatura, alla Camera si punta anche a ratificare la Convenzione dell’Onu sul crimine transnazionale. Scompare invece dall’ordine del giorno dei provvedimenti “cari ad An” quello sui diritti televisivi delle squadre di calcio di serie A per il quale il partito di Fini ottenne giorni fa un rifiuto da parte di Forza Italia per calendarizzarlo per l’aula in tempi brevi.