Maracaibo, uccisa la giovane Di Brino

CARACAS – Conclusione tragica per il sequestro della giovane studentessa italo-venezolana Rosina Di Brino, 22 anni, rapita lo scorso due febbraio a Maracaibo. Il suo cadavere è stato ritrovato la sera di martedì scorso, sulle sponde del lago su cui sorge la città capoluogo dello stato Zulia, segnato in questo mese da una raffica di terribili episodi di cronaca. Nella notte, il fratello della giovane ha riconosciuto in quel corpo straziato, il volto sfigurato dai morsi dei pesci, quello della sorella. L’identificazione è poi stata avallata dall’esame di una protesi mammaria e dei denti della vittima. La ragazza, secondo quanto riferito dal medico legale, è stata uccisa per strangolamento. Sembra che i sequestratori si siano sbarazzati dell’ostaggio perché temevano di essere stati identificati dalla polizia. Secondo quanto scrive il quotidiano di Maracaibo “Panorama”, tra rapitori e famiglia si era concordato il pagamento di un riscatto di 140 milioni di bolivares (circa 50 mila euro), ma la polizia convinse i familiari a non effettuare il pagamento perché si era sul punto di catturare la banda.


“Sembrerebbe che i malviventi si siano resi conto di essere braccati – si legge su Panorama – e abbiano adottato misure estreme”. La ragazza sarebbe stata uccisa tra le 24 e le 30 ore prima del suo ritrovamento, dunque tra lunedì e domenica.


“Non ha subito violenza prima di essere uccisa”, assicura il medico legale.


Il commissario Elí Parra, comandante del Cicpc dello Zulia, ha dichiarato che la famiglia ha mantenuto uno stretto riserbo anche verso le autorità, e che le indagini sono state avviate per dovere d’ufficio e non dietro una denuncia sporta dai parenti della giovane. Parra ha reso noto che la Guardia Nacional ha arrestato un minorenne, che sarebbe coinvolto nell’omicidio anche se non è stato specificato a quale titolo; ha quindi ribadito ai cronisti che sono state identificate diverse persone della banda protagonista del sequestro, la cui ultima chiamata alla famiglia della giovane Rosina risalirebbe a domenica notte, forse quando la ragazza già era stata uccisa: “E’ un’ipotesi – ha detto il commissario – che stiamo verificando”.


La tragica fine della giovane Di Brino, titolare della doppia nazionalità italiana e venezolana, è l’ennesimo fatto drammatico in una zona da cui giungono giornalmente cruenti notizie di cronaca. La scorsa settimana, un alto funzionario di polizia è stato gravemente ferito quando si è opposto a banditi che avevano fatto irruzione nella scuola del figlio, dove si stava celebrando una festa; lo stesso giorno, un colonnello dell’esercito è stato ucciso sulla soglia del negozio di un suo amico. Il 14 febbraio è stato rapito un imprenditore italo-venezolano, Salvador Ferrante; con lui, sono attualmente quattro gli ostaggi in mano alla malavita nello Zulia. Il quotidiano “Panorama” ricorda poi gli omicidi, avvenuti sempre in febbraio, di Mario Vassallo – italiano di nascita, non di cittadinanza – e di Alcimiro Ferrébus, entrambi uccisi quando erano ostaggi in un sequestro a scopo di estorsione. E’ questa, in effetti, la vera novità di questi giorni: a differenza di quanto di regola accadeva fino a gennaio, la malavita venezolana inizia a uccidere i suoi ostaggi.


(La foto è tratta dal sito del quotidiano Panorama)