Scoppia lo “scandalo spie”

ROMA – A quattro settimane dal giorno delle elezioni scoppia lo scandalo delle intercettazioni durante la campagna elettorale per le regionali 2005. In manette sono finiti una dozzina di investigatori privati, due marescialli della Guardia di Finanza, un ispettore di polizia e due funzionari della sicurezza Telecom. Sulle attività di alcuni degli arrestati, Pierpaolo Pasqua e i suoi colleghi dell’agenzia investigativa milanese “Ssi”, citiamo quanto scrive Repubblica: “Sembrano coinvolti in un’operazione di spionaggio elettorale che venne scoperta nella primavera del 2005 nel pieno dello scontro sulle firme false della Mussolini e della durissima campagna elettorale che portò Piero Marrazzo al governo del Lazio. Oggetti dello spionaggio sono stati o stesso Marrazzo e la Mussolini. Il mandante, si sospetta, potrebbe essere stato Storace (presidente uscente della regione Lazio e attuale ministro della Salute, ndr) o qualcuno del suo entourage”. La replica dell’esponente di An non si è fatta attendere: si tratta solo di “una cantonata storica frutto di un’immonda campagna di stampa”, e rimarca: “Da una parte ci sono i giornali, dall’altra la Procura di Milano, in mezzo c’è una calunnia grande quanto una casa”.


Però la vicenda non è limitata allo spionaggio elettorale. Arrestati e indagati sono accusati anche di aver messo in piedi un’attività volta a violare sistematicamente la privacy di ogni cittadino italiano, a beneficio di ogni persona che – dietro cospicua parcella – ne facesse richiesta. Sembra che la banda avesse accesso persino ai dati del «cervellone» del Viminale.