Tremaglia: “Andate a votare”

CARACAS– Tremaglia sale le scale d’entrata del CIV di Caracas stringendo le mani al pubblico, questo lo circonda e applaude mentre  il suono di tamburi segue la sua entrata nel salone delle conferenze. E’ un’entrata trionfale, tra i connazionali mobilitati per l’occasione dalla stampa e dalle associazioni. Mille persone per ascoltare le parole del primo ministro per gli Italiani nel mondo. Lui, piacevolmente sorpreso, appena prende la parola lo sottolinea: “Non ho mai ricevuto un’accoglienza così, di solito all’estero ringiovanisco di cinque anni, ma con voi sono ringiovanito di dieci”.


Un incontro che, nonostante l’età e le durezze di un viaggio intercontinentale, il reduce di Salò ha fortemente voluto, ed affronta con l’energia di un ragazzino felicissimo di aver speso cinquant’anni della propria vita a realizzare un sogno: il voto all’estero. Un solo proposito adesso lo spinge ad un viaggio dai ritmi serrati: dopo il diritto al voto bisogna convincere gli italiani a votare, “andate a votare, per chi volete, ma votate” dice con voce ferma Tremaglia . Un appuntamento storico, il voto all’estero, che per lui rappresenta “la battaglia di una vita”, la platea lo sa, segue con attenzione, l’interrompe con applausi, mentre lui, con la spontaneità che gli è consueta, parla senza mezzi termini: “Dovete ringraziare me se adesso votate – dice, – io da solo sono riuscito a far cambiare la costituzione”.


Gli applausi hanno l’effetto di un detonatore. In crescendo sale il tono della voce mentre batte i pugni  per sottolineare l’importanza dell’Italia fuori dall’Italia:“ Siete una risorsa, il Venezuela è stato generoso con voi e voi avete dato tanto”. Poi conclude: “L’Italia purtroppo si è dimenticata molto spesso di voi, ma adesso che avete i vostri rappresentanti non vi dimenticheranno più”. Parole nette con cui si conclude un incontro in cui hanno preso la parola diversi esponenti della comunità italiana; tra i tanti, i membri del Cgie Ugo di Martino, Nello Collevecchio, Michele Coletta, il presidente Cavenit Moises Maionica, il presidente dei Comites di Caracas Michele Buscemi, fino al fondatore della Voce d’Italia, Gaetano Bafile, coetaneo del ministro.


Una serie d’interventi, da parte della comunità, sono serviti a sottolineare le perplessità degli italiani in Venezuela. Soprattutto la piaga  dei sequestri, su cui il ministro garantisce la massima disponibilità, ma anche la scarsa copertura di Rai International, concentrata più sui paesi dell’estremo sud del continente. E infine i temi di sempre: cittadinanza e assistenza.


Tremaglia ascolta in silenzio tutti, e promette che continuerà a battersi come ha sempre fatto, con la grinta di un arzillo ottantenne, con una differenza però: da domani le comunità si difenderanno da sole con i propri rappresentanti in Parlamento.