“La Bussola”, l’Italia alla radio

CARACAS – “Volevo far conoscere la cultura italiana in tutti i suoi aspetti, al di là della musica e della gastronomia”, che quelli già si fanno conoscere da soli. “Allora preparai un provino di un programma radiofonico, lo feci ascoltare ai responsabili della Emisora Cultural de Caracas” e tutto andò a gonfie vele: il 14 marzo del 2000 il programma “La Bussola” iniziò le sue trasmissioni, per ora solo domenicali ma domani chissà, raccontando dell’Italia, della sua storia, dei suoi personaggi, ora più che mai anche della sua politica. A raccontare questo appuntamento con il Belpaese è la stessa persona che l’ha immaginato, creato e condotto dai suoi inizi ad oggi: Daniela Di Loreto, italovenezolana nata da genitori originari dell’Abruzzo, precisamente di Prato La Peligna, nell’aquilano.


Anche qui alla Voce abbiamo voluto celebrare il sesto compleanno de “La Bussola”, e il modo migliore ci è sembrato farlo con una informale chiacchierata con la dottoressa Di Loreto (la qualifica è dovuta al fatto che lei, oltre che essere una spigliata presentatrice non solo alla radio ma anche di tanti eventi mondani, è anche un’affermata dentista). Veniamo così a sapere che la fama de “La Bussola” ha varcato l’oceano, arrivando a toccare la penisola. Lo dimostrano le due targhe di “Onore al merito” conferite alla Di Loreto dal quotidiano “La Voce dell’emigrante”, a tiratura internazionale, e dal comune di Prato La Peligna. Daniela ricorda gli inizi, quando la affiancava alla conduzione Giuseppe Domingo, universalmente riconosciuto come “il cronista della presenza italiana in Venezuela”. Poi, dopo due anni, Domingo abbandonò la conduzione, e lei portò avanti da sola la trasmissione fino allo scorso novembre, da quando è affiancata da due giovani giornaliste, Lidia e Ivana Lo Monaco (quest’ultima la ricordiamo alle finali di Miss Venezuela 2003 come Miss Canaima). “Sono conduttrici e produttrici del programma, esattamente come me” tiene a sottolineare Daniela. Lidia copre l’argomento enogastronomia – fondamentale per chi vuol parlare di cultura italiana – Ivana di bellezza, moda, salute…


“La Bussola” è un programma di orientamento, cultura e intrattenimento diretto principalmente alla comunità italo-venezolana. L’orientamento viene fornito da risposte a quesiti, dubbi, perplessità sollevate dai connazionali residenti “in questo stupendo paese”, che vengono indirizzati al referente istituzionale più adatto alle sue esigenze. La cultura “è il segmento essenziale della trasmissione”. Per parlarne vengono invitati in studio “esponenti di spicco della nostra collettività e non, tutti comunque con affinità alla cultura italiana, che dissertano su temi che spaziano dalla storia alla geografia, dalla musica (soprattuto lrica) alla letteratura, al teatro, medicina, eccetera”. L’intrattenimento viene affidato principalmente a brani di musica leggera, con successi di ieri e di oggi.


Tra i tanti personaggi passati per gli studi de “La Bussola”, Daniela Di Loreto ha voluto soffermarsi su uno in particolare: Michelangelo Purelli Rivas, discendente italiani, giunto ai vertici della vita pubblica venezolana: fu cancelliere, ambasciatore del Venezuela in Inghilterra, ministro. Se a Daniela è rimasto impresso, però, è per la risposta che egli diede alla domanda “Porqué los Purelli llegaron aquí?”. L’illustre ospite si mise a raccontare che suo bisnonno diventava ogni giorno più preoccupato dalle irrequietudini del figlio, e temeva che questi un giorno scappasse da casa per unirsi alle truppe garibaldine che, a quell’epoca, risalivano la penisola destituendo il potere borbonico. In quel momento non era chiaro cosa Garibaldi avrebbe fatto del regno caduto ai suoi piedi, c’era anche chi paventava (e chi sperava) che vi costituisse una repubblica di stampo socialista. In ogni caso, per il bisnonno l’impresa in cui s’era imbarcato Garibaldi era una follia e alla fine decise, pur di premunirsi da colpi di testa da parte del figlio, di lasciare l’Italia e recarsi in Venezuela. Si stabilirono a Trujillo, e diedero vita a una dinastia tra le più distinte del paese.


Solleviamo infine una perplessità: perché in trasmissione si parla lo spagnolo? “Il nostro obiettivo è coinvolgere nella cultura italiana persone che non ne sono ancora state avvinte – risponde la Di Loreto – bisogna parlargli nella loro lingua”. Comunque, nella trasmissione, c’è spazio anche per la bellezza dell’idioma italiano, con la lettura di brani di poeti italiani in lingua originale, un’iniziativa cui collabora l’Istituto di cultura italiano. Il futuro? Magari brevi intermezzi in lingua italiana, a uso e consumo di chi questa lingua la vuola imparare. Poi, un desiderio: “Ci piacerebbe andare su internet, così potrebbero seguirci anche dall’Italia”. Un progetto in embrione, ma su cui già si sta lavorando.