In onda il primo duello tra i candidati venezolani


MARACAY – Siamo negli studi dell’emittente TVS di Maracay, tra qualche minuto avrà inizio la registrazione della prima tribuna politica per i candidati italo-venezolani della circoscrizione del Sudamerica. Il programma sarà trasmesso da Rai International.



L’appuntamento è per le 3:00 pm; si aspetta con frenesia l’arrivo dei candidati in ritardo. Mezz’ora dopo tutto è pronto: nella sala dove avverrà la tribuna gli ospiti sono invitati ad accomodarsi, le luci sono accese e il giornalista della Rai ripassa velocemente l’apertura.


Quattro le domande, scelte dal giornalista, a cui rispondere (assistenza sociale, reti consolari, imprenditoria, giovani). Per ogni risposta ciascun candidato ha a disposizione 90 secondi, un sorteggio decide la sequenza degli interventi. L’imperativo: rispettare la legge sulla par condicio.


Nella sala di regia inizia il conto alla rovescia. Parte la sigla di apertura del programma, le telecamere inquadrano i cinque candidati che per la prima volta, dall’inizio della campagna elettorale, si affrontano faccia a faccia: Vittorio Di Stefano (Lega Nord), Ugo Di Martino (Udeur), Gaetano Duma (Forza Italia), Nello Collevecchio (Associazioni Italiane – Sudamerica) e Marisa Bafile (L’Unione).


Primo tema da affrontare è quello dell’assistenza sociale. “Dobbiamo promuovere l’assistenza ospedaliera, abilitare gli ospedali ad offrire un servizio per gli italiani all’estero” dice Di Stefano. “C’è una fascia della comunità italiana che ha bisogno di assistenza. Va garantito il diritto all’assegno sociale e al pensionamento” afferma Di Martino. Secondo Duma bisogna “creare degli ospedali”. “La nostra è una collettività disassistita” replica Collevecchio. “Bisogna evitare che l’italiano all’estero meno fortunato, debba rivolgersi al Consolato per avere l’assegno sociale, come stesse ricevendo una beneficenza più che un diritto – dice la Bafile. – La salute è un diritto e bisogna attuare riforme affinché gli italiani all’estero abbiano accesso a benefici”.


Ad ogni intervento, un cartello con su scritto 15” avvisa i candidati del tempo che resta per parlare.


Secondo tema da affrontare: i giovani, ovvero come creare delle opportunità per questa fascia di italiani all’estero.


“Rafforzare il Made in Italy” dice di Stefano, e non in previsione di un rientro in Italia dei giovani, piuttosto per creare delle “strutture per vivere qui”.


“I nostri giovani possono affrontare la vita ovunque sono – afferma Di Martino. – Bisogna riconoscere i titoli di studio e le professioni”.


Duma ribadisce la necessità di una “omologazione automatica dei titoli di studio” e di “corsi d’italiano gratuiti e borse di studio”. Collevecchio promette di “convalidare i titoli di studio e promuovere stage”, affinché il rientro in Italia dei giovani figli di emigrati sia più semplice.


“Attivare una politica di interscambi culturali con l’Italia” è la soluzione proposta dalla Bafile che definisce i giovani italiani all’estero “un grande patrimonio per l’Italia”, e punta il dito sugli Istituti italiani di cultura affinché diventino “luogo di incontro di cultura contemporanea”.


Oramai gli ospiti appaiono più rilassati, anche se il fresco della sala congela le loro espressioni. Purtroppo l’audio non perfetto e, per alcuni, la difficoltà di esprimersi, non agevolano la comprensione delle risposte dei candidati, ma si continua; terza tematica è l’imprenditoria. Cosa fare per aiutarla?


Promozione del Made in Italy e rafforzamneto degli interscambi tra imprenditori italiani e residenti all’estero è per Di Stefano la soluzione esatta. Di Martino denuncia una situazione di crisi per le imprese, che a suo avviso andrebbero risolte con “eventuali prestiti con ritorno”, “intercambio tra governi”, “accordi per creare ricchezza”, perché gli italiani all’estero “sono ben inseriti nel tessuto produttivo del paese”.


Duma parla di sé, della sua esperienza di imprenditore e insiste su un “aiuto alle piccole e medie imprese con agevolazioni, a volte, a fondo perduto”.


La parola passa a Nello Collevecchio che tuona: “Lavoreremo affinché l’Italia conosca i nostri imprenditori e i loro prodotti”.


Interconnessioni tra imprese e “formazione tecnica e tecnologia” per creare maggiori fonti di lavoro, sono i punti forza del progetto della Bafile, che difende l’imprenditoria femminile ricordando il progetto di Sportello Donna istituito presso la Cavenit di Caracas.


Ultimo e, spina nel fianco del Venezuela, è il tema delle reti consolari.


Secondo Di Stefano per aiutare i consolati “i meccanismi ci sono, ma non si attivano. La responsabilità è anche nostra”. Per Di Martino il problema del cattivo funzionamento delle reti consolari è che “non sono preparati a gestire tutti i nuovi servizi come cittadinanza, assistenza, riacquisti”, perciò la soluzione per il candidato è garantire “maggiori fondi al ministero degli Esteri” per potenziare il corpo operativo e “servire l’utente in tempo reale”. Anche Duma denuncia la carenza di personale del Consolato d’Italia e il basso numero di sedi in Venezuela, e aggiunge “che il 70% del personale consolare sia locale”.


Collevechio torna sulla necessità di “approvare e stanziare i fondi, affinché i consolati e i vice-consolati funzionino per il bene della collettività”. Una ristrutturazione profonda delle reti consolari per un servizio migliore è la proposta di Marisa Bafile, che attacca il governo Berlusconi responsabile di aver “reso più difficile il lavoro dei consolati”. Inoltre maggior libertà gestionale per i viceconsoli e uffici attrezzati a risolvere i problemi delle comunità più piccole.


La tribuna formalmente si è conclusa, ma c’è ancora tempo prima della sigla di chiusura; 40 secondi per un messaggio agli elettori.


Di Stefano: “La Casa delle libertà è il futuro dei nostri figli. Che votino per un’Italia libera”.


Di Martino: “Ho scelto l’Udeur perchè è un partito di centro, cristiano e della famiglia. (…) Ho esperienza dei problemi della collettività ed ho sempre lottato per il bene degli italiani all’estero”.


Duma: “Credo nella capacità di Berlusconi di risolvere tanti problemi. Sono indissolubilmente legato a lui e non mi sarei candidato in altre liste. Siamo un partito legato a valori come la famiglia”


Collevecchio: “Il lavoro svolto in questi vent’anni è molto. Abbiamo accettato questa sfida insieme, datemi una mano e io vi darò il mio cuore”.


Bafile: “Le mie battaglie sono sulle pagine della Voce d’Italia. Sono stata una persona coerente, non ho mai venduto fumo. Ho combattuto battaglie difficili seguendo l’esempio di famiglia, perchè sono 56 anni che i Bafile seguono i problemi della collettività italiana in Venezuela”.