Nassiriya, morti tre italiani

NASSIRIYA (IRAQ) – Tre militari italiani – il maresciallo dei Carabinieri Lattanzio, il maresciallo dell’esercito De Trizio e il capitano dei paracadutisti Ciardelli – sono rimasti uccisi nella zona di Nassiriya, in Iraq, quando una bomba è esplosa al passaggio del blindato che li trasportava. Morto anche un giovane caporale rumeno, di pattuglia insieme ai soldati italiani. Gravemente ferito un quarto militare italiano, il maresciallo dei Carabinieri Enrico Frassanito, che ha riportato ustioni su circa un terzo del corpo; non sarebbe in pericolo di vita. L’ordigno è stato posto nel centro della carreggiata di una strada che corre lungo quella che viene considerata “la tranquilla” provincia di Dhi Qar; l’esplosione si è verificata al passaggio del convoglio internazionale composto da quattro blindati del Reggimento carabinieri della Msu (Multinational Specialized Unit) con a bordo sedici militari italiani e un graduato della polizia militare rumena, che avrebbero dovuto dare il cambio ai militari in servizio presso un comando locale della polizia irachena. Con le vittime di ieri, nell’Iraq del dopoguerra sono morti 36 italiani, tra militari (29) e civili (7, tra cui il funzionario del Sismi Nicola Calipari). Incertezza sugli autori dell’attentato, per il quale sono arrivate due rivendicazioni: dalle Brigate Imam Hussein, legate al terrorista Zarqawi, e dal gruppo Esercito islamico in Iraq.


Una nota del governo italiano ribadisce la volontà di completare il ritiro dei reparti italiani in Iraq entro il 2006, e sottolinea come quanto avvenuto “conferma la necessità di proseguire senza incertezze l’attività fin qui svolta” per garantire pace e stabilità in Iraq. Romano Prodi ha ribadito la linea dell’Unione: ritiro “entro i tempi tecnici necessari” e in accordo con le autorità irachene.