Gli italiani e l’università venezolana

CARACAS – L’apporto degli Italo-Venezolani allo sviluppo dell’università in Venezuela: potrebbe essere il tema di una ricerca o di un libro, e chissà che prima o poi non lo diventi, ma per ora è solo una suggestiva proposta di riflessione del centro culturale Monte Sacro. Nell’ambito della serie di incontri intitolati “Parole e musica”, organizzati dal sodalizio presieduto dal prof. Salvatore Pluchino in collaborazione con l’Orchestra sinfonica municipale di Caracas, sabato 13 maggio si è infatti parlato proprio di questo. L’attenzione dei relatori si è concentrata sulla storia dell’Università centrale di Caracas e sulle presenze italiane al suo interno.


Il tavolo di relatori si annunciava molto ricco, ma purtroppo vi sono state un paio di, giustificate, defezioni: in primis, quella di Giuseppe Giannetto, già rettore dell’Ucv, e di Hildegard Rondò de Sanso. Chi è intervenuto ha saputo comunque offrire molti spunti di interesse, illustrando un aspetto poco noto della storia della nostra collettività.


Michele Castelli, docente presso la Facoltà di lingue moderne, ha presentato una rassegna dei docenti di origine italiana che hanno lasciato un segno nell’ambito degli studi umanistici. La Facoltà di studi umanistici è una delle più “giovani” dell’Uvc, essendo stata istituita solo nel 1946, mentre l’Università centrale del Venezuela venne fondata nel 1721 per iniziativa del re Felipe V. Tra le figure di spicco degli studi letterari va ricordato sicuramente Edoardo Crema, nato in provincia di Padova nel 1892, laureatosi in lingua e letteratura francese nel 1915 e giunto in Venezuela nel 1927. In questo paese cominciò la sua attività di docente, contribuendo alla fondazione della Facoltà di studi umanistici. Sull’orme di Crema nello studio della letteratura italiana si è mossa Marisa Vannini, autrice di un testo ormai classico: “Italia y los italianos en la cultura de Venezuela”. Antonio Pasquali, nato in provincia di Brescia e giunto in Venezuela da ragazzo assieme al padre emigrante, ha lasciato il segno nello studio dei mezzi di comunicazione, fondando il Centro Nacional Audiovisual presso il Ministero dell’educazione e della cultura e altri importanti organismi in questo settore. L’elenco dei docenti di origine italiana sarebbe ancora lungo, ma va certamente segnalata Vittoria De Stefano, docente presso la facoltà di studi umanistci ma soprattutto scrittrice, una delle figure più autorevoli della letteratura contemporanea in Venezuela.


L’apporto degli italo-venezolani in ambito scientifico è stato illustrato da Claudio Bifano, vice-preside dell’Accademia di scienze fisiche, matematiche e naturali.  Ha ricordato il contributo dato da studiosi come Augusto Bonazzi, fondatore, tra l’altro, della Società venezonala di chimica. Per la crescita della facoltà di agronomia notevole è stato il contributo di Umberto Valeri, Bruno Mazzani, Claudio Chicco. Presenze di origine italiana di rilievo si segnalano anche nella facoltà di scienze, fondata nel 1958: in particolare, Deanna Della Casa, tra i fondatori dello studio della chimica dei prodotti naturali, e Giuseppe Giannetto, che prima di assumere il rettorato ha condotto studi importanti nella catalisi e la chimica del petrolio. Anche negli studi medici gli italiani hanno detto la loro, e Rodolfo Papa, attuale preside della facoltà di medicina, ne ha fornito una breve rassegna, aprendo altri ambiti di interesse.


Come per tradizione al circolo Monte Sacro, l’incontro è stato chiuso da un momento musicale, che ha visto protagonista il trio di fiati dell’Orchestra sinfonica musicale di Caracas. Dopo tanti spunti di riflessione offerti dai relatori, la musica di Mozart ha accompagnato il pubblico presente, poche le sedie vuote, al saluto conclusivo.


Nella foto, da sinistra: il prof. Guido Rasi e il dr. Paolo Siviero