“Moggi più potente d’un ministro”

ROMA – Come c’era da aspettarsi, il “calciogate” ha assestato un colpo durissimo a un’immagine dell’Italia nel mondo già ampiamente deficitaria. Lo scorso fine settimana, il New York Times ha dato conto ai suoi lettori dello strano meccanismo grazie al quale il top manager di una squadra di calcio, Luciano Moggi, era diventato depositario di “un potere maggiore dei ministri che lo tormentavano per chiedergli favori, apparentemente un potere solo di poco inferiore al Papa”.


Il quotidiano statunitense racconta come l’attività di Moggi, stando alle intercettazioni telefoniche venute alla luce, andasse ben al di là dell’ambito calcistico: “Ogni giorno, Mr. Moggi riceveva telefonate dai politici di più alto livello, da funzionari dello Stato, da giudici, tutti in cerca di una sua intercessione per avere un appuntamento con un certo politico, o per addomesticare una certa indagine, o per avere un suo favore personale”. Il Nyt riporta le telefonate che gli allora ministri dell’Economia, Domenico Siniscalco, e dell’Interno, Giuseppe Pisanu, fecero a Moggi. Siniscalco promette a Moggi di interessarsi di “quella persona”, un funzionario della Finanza di cui Moggi caldeggiava il trasferimento ad altro incarico; ricevendo poi in cambio la promessa da parte di Moggi di poter mandare due ragazzi di sua conoscenza ad allenarsi con la Juve. Pisanu, scrive il Nyt, chiede a Moggi di interessarsi delle sorti del Torres, che rischiava la retrocessione, arrivando a chiedere il suo intervento in merito a un arbitro – dice Pisanu – “che aveva già combinato guai. Lo hanno rimandato… l’hanno rimandato a Sassari mentre se lo potevano tenere da qualche altra parte”.


E mentre negli Stati Uniti aggiornano la lista di scandali targati Belpaese (dopo quelli Parmalat, Cirio, Antonveneta), in Italia il “calciogate” evolve. Si cristallizza nella feroce, rabbiosa ironia degli stadi, con i tifosi del Grosseto – ieri impegnato proprio contro il Torres – che tutte le volte che i giocatori avversari toccavano palla gridavano “Chiama Pisanu!” o “Ditelo a Moggi”. E i tifosi sardi, all’entrata dello stadio, esibivano uno striscione con su scritto: “Siamo amici del ministro Pisanu, perché ci perquisite?”. Intanto sui media divampa il dibattito: il ct della nazionale Marcello Lippi, su cui pesa il sospetto di collusione con la Gea, la società attraverso cui si irradiava il potere di Moggi, deve dimettersi o no? Lui resta caparbiamente in carica, ma crescono le pressioni per un suo abbandono.