Berlusconi: “All’estero non dovrebbero votare”

ROMA – Silvio Berlusconi si dissocia dalla legge che ha dato il voto agli italiani all’estero. Lo fa con un’intervista rilasciata all’emittente tv privata Telenova, nel corso della quale ha dichiarato: gli italiani all’estero “non pagano le tasse, è piuttosto discutibile che possano votare”. “Purtroppo – ha aggiunto – in una coalizione, e io sono sempre stato responsabile pensoso dello stare insieme della coalizione, molte cose si sono accettate. Se non lo avessimo fatto il governo sarebbe caduto. Molto spesso ho accettato di fare delle cose su cui non ero d’accordo”.


Parole alle quali Mirko Tremaglia, ministro uscente per gli Italiani nel mondo e promotore di quella legge nota proprio come “legge Tremaglia” che ha istituito il voto per i residenti all’estero, ha reagito così: “Credo che Berlusconi fosse sovrappensiero se ha detto quelle cose lì, o meglio vuol dire che non è bene informato… Secondo lui, allora, un milione di evasori in Italia o milioni di persone che non hanno reddito e quindi non pagano le tasse non possono votare?”. E poi, aggiunge, “gli italiani nel mondo garantiscono al nostro Paese un indotto di 200 mila miliardi” (l’ex ministro non ha specificato, ma supponiamo intendesse le vecchie lire). Respinte al mittente anche le accuse secondo cui il loro voto avrebbe consegnato il Paese nella mani della sinistra: “Hanno votato più a destra che a sinistra – osserva Tremaglia – forse Berlusconi non lo sa. Gli errori – conclude – sono stati fatti da noi presentando cinque liste invece di una sola…”.