Tutto pronto per il Festival

CARACAS – “Tre anni fa, quando mi insediai, le relazioni tra Italia e Venezuela erano a un livello molto basso. L’Ice non lavorava, le garanzie e il credito verso questo paese erano bloccati, le esportazioni dall’Italia ammontavano a non più di 300 milioni di dollari. Pensai allora che fosse opportuno iniziare un’opera di promozione”. Così esordisce l’ambasciatore d’Italia in Venezuela, Gerardo Carante, illustrando alla stampa il Festival Italiano che va ad aprirsi venerdì 2 giugno, in coincidenza con la Festa della Repubblica. Con lui, nell’edificio Atrium a El Rosal, sede dell’ambasciata italiana, erano presenti i direttori dell’Istituto per il commercio estero (Ice), Massimiliano Tremiterra, e dell’Istituto italiano di cultura (Iic), Massimo Gilardi, sui quali, assieme alla Cavenit, ricade la responsabilità operativa dell’evento.


Quell’opera di promozione, continua Carante, ha avuto successo: attualmente l’Italia è “il primo partner commerciale del Venezuela in Europa” con scambi pari a un miliardo di dollari annui, il suo export nel paese sudamericano è cresciuto, tra febbraio 2005 e febbraio 2006, di ben il 40% arrivando a 650 milioni di dollari, le imprese italiane – Fiat, Iveco, Parmalat, Pirelli, per non parlare dei settori sanità e infrastrutture – sono tornate o hanno più che raddoppiato il loro peso in questo mercato, o ancora si sono aggiudicate imponenti appalti. Ebbene, il culmine di questa promozione dell’Italia in Venezuela è proprio il Festival Italiano, quest’anno alla quarta edizione, una costellazione di eventi che si protrarrà per due mesi toccando non solo Caracas ma anche città dalla forte presenza italiana quali Maracay, Maracaibo, Valencia.


“Il commercio – spiega Carante – è solo una parte delle relazioni tra due nazioni. Altri aspetti sono arte e cultura”. Tutto concorre ad attestare la qualità di un sistema-paese, e “se il Venezuela crederà che l’Italia ha una qualità superiore, comprerà di più”. Il discorso della qualità, sottolinea l’ambasciatore, è cruciale: “Il venezuelano medio, oggi, è più povero che 15 anni fa”; adesso, a differenza di allora, si cerca il risparmio e dunque “si compra più brasiliano o messicano che italiano. Lo scopo del Festival è dimostrare la superiorità del made in Italy”.


Presentando il programma definitivo del Festival, l’ambasciatore ha commentato diversi appuntamenti, dalla venuta dell’artista Omar Galliani (6-28 luglio, sua mostra alla UCV) alle numerose iniziative enogastronomiche a mostre di sicuro interesse quali quella sul design italiano (100 oggetti dalla Triennale di Milano, 6 giugno-7 luglio alla Fundación Corp Group Centro Cultural) e sui nuovi modelli Fiat (26 giugno-2 luglio, stesso luogo). Particolare enfasi l’ambasciatore ha dedicato alla sfilata della stilista Raffaella Curiel che si terrà il 5 giugno, purtroppo tra i pochi spettacoli “a invito”. Da sottolineare l’anticipazione di Carante secondo cui la sede dell’evento, Villa Planchart, costruita negli anni ’50 su progetto del celebre architetto italiano Gio’ Ponti e mantenuta fino ad oggi così come l’aveva concepita il suo creatore, potrebbe presto diventare una struttura alle dipendenze dell’Iic, che verrebbe così a possedere, e a poter preservare, un complesso di eccezionale valore artistico-culturale.