Caracas, viaggio a Villa Pompei

CARACAS – “L’altro giorno, su Rai International, a Sportello Italia si  lodava il contenuto di una lettera, inviata da un italiano in Argentina, che raccontava di aver fondato un anzianato in grado di ospitare una decina di ‘vecchietti’. Una decina? Dovrebbe vedere ciò che siamo riusciti a fare qui noi, che di ‘vecchietti’ ne ospitiamo 130!”. Questo il primo commento di Giorgio Mazzucchelli, avvocato e presidente della giunta direttiva dell’Associazione Cristoforo Colombo. “Veniteci a trovare e vi accorgerete che ciò che sto raccontando non sono storie!”. Detto, fatto.


Aria fresca, cielo terso e geranei in fiore ci accolgono al nostro arrivo a Villa Pompei in San Antonio de Los Altos. All’entrata della grande casa leggiamo una targa con su scritto Villa Pompei, un atto d’amore degli Italiani in Venezuela.


“In questa frase si concentra tutta la nostra mistica e da essa riceviamo la forza per andare avanti; l’amore per tutti quelli che ne hanno bisogno” spiegherà in seguito  Mazzucchelli.


Entriamo e ci accomodiamo in una grande sala, dove di lí a poco assisteremo a uno spettacolo per la festa della mamma, organizzato dalle quattro suore dell’Ordine delle riparatrici del sacro cuore di Gesù.


 “Sono i nostri angeli – racconta Mazzucchelli – si occupano un po’ di tutto, soprattutto dei lavori più difficili”.


Nella sala sono presenti, oltre agli ospiti dell’anzianato, amici, soci, simpatizzanti, vicini.


“Questa è un’associazione benefica, senza scopo di lucro. Tutti  gli anziani che ospitiamo sono qua a titolo gratuito, non è che uno viene qui per tre o quattro mesi e poi va via – ci spiega Mazzucchelli -. Ad esempio, noi raccogliamo le persone che ci vengono indicate da gruppi di amici. Magari uno lo trovano sotto un ponte. ‘Ma tu sei di origini italiane? Si!’, allora lo portano da noi. Quando vengono presentati dei casi che entrano nella filosofia della nostra associazione, io dico alla gente ‘non pretendete di fare la carità con soldi nostri, aiutateci a farla anche con i vostri. Cercate di fare dei donativi all’associazione Cristoforo Colombo, di cui Villa Pompei è un’emanazione’”.


A spettacolo concluso, Mazzucchelli  ci mostra la struttura di cui va tanto orgoglioso. Una vera sorpresa. Un gran bel lavoro, davvero. Ciò che ci colpisce maggiormente è la filosofia, anzi – per meglio dire – il buon senso con cui il centro è stato costruito: a misura di anziano. Il giardino, su cui affaccia Villa Pompei è stato realizzato per poter permettere agli ospiti di passeggiare anche con le sedie a rotelle.


“I vecchietti, poi, ogni tanto vogliono dei pezzi di terra per piantare. Piantano la frutta, l’insalata e guai a toccargliela!” dice sorridendo Mazzucchelli.


Lungo il sentiero che s’inoltra nel giardino sono esposte alcune riproduzioni in legno della Via Crucis realizzate da un ospite di Villa Pompei, oramai scomparso.  Seguiamo affascinati il racconto di Mazzucchelli che ci accompagna in fondo ad un viale dove troviamo una grotta. All’interno c’è una cascata e la statua di una piccola Madonna.


“Prima era un vicolo cieco, il viale terminava nel nulla – ci spiega –. Perciò abbiamo pensato di costruire questa piccola grotta per dare ai nostri ospiti una meta da raggiungere. Chi crede può fermarsi a pregare, altrimenti ci si può accomodare e riposare in tranquillità”.


I particolari che ci racconta Mazzucchelli sono tanti e interessanti, come quello del pozzo d’acqua scavato per alimentare il sistema idraulico, insufficiente a coprire i fabbisogni giornalieri di Villa Pompei.


“Abbiamo scavato fino a 120 m, ma non usciva una goccia d’acqua. Eravamo molto demoralizzati. Un giorno le nostre suore ci hanno chiesto di lasciarle pregare. Una settimana dopo siamo tornati a fare dei nuovi tentativi. Lei non ci crederà, ma è venuta su un getto d’acqua che non si ferma ancora oggi”.


C’è sicuramente una chiara coscienza civica dietro le scelte che ispirano Villa Pompei, ad esempio le acque di scarico dell’anzianato vengono filtrate da un depuratore e riutilizzate per irrigare il giardino.


Torniamo all’interno della struttura e visitiamo il refettorio dove sono seduti alcuni anziani.


“All’inizio avevamo pensato di mettere qui un tavolone tipo mensa dove riunire tutti, ma poi ci siamo accorti che dava un aspetto un po’ carcerario. Allora abbiamo fatto tutti tavoli piccoli e li abbiamo coperti con delle tovaglie che loro conoscono, che si usano nelle nostre trattorie (a quadri bianche e rosse). Abbiamo messo dei fiori perché non la vedano come la tavola del povero, ma come una tavola vera. Insomma, sembrano stupidagini, piccole cose, ma sono importantissime perché cambia la filosofia dell’ambiente. Non è un luogo dove uno ti fa la carità, ma un ambiente dove vivi, come fosse casa tua”.   


Passiamo alle cucine. Sono grandi e pulite. Qui si produce di tutto un po’: pane (“Lo regaliamo anche ai nostri amici” ci dice Mazzucchelli), pizze, dolci; tutto fatto in casa, per un totale di circa 360 pasti al giorno.


Le camere da letto sono al piano superiore. I dormitori delle donne sono separati da quelli degli uomini e in ogni piano c’è una sala “comunitaria”, con divani e televisioni, dove  gli ospiti si possono ritrovare quando non hanno voglia di scendere a piano terra.


Ci spostiamo nel consultorio medico. È dotato di attrezzature per ecosonogrammi, elettrocardiogrammi e piccoli interventi di chirurgia.


 “Manca ancora molta roba. Abbiamo comprato adesso un laser per fare piccole operazioni, però non possiamo fare di più”.


Per i casi più complessi Villa Pompei si rivolge a cliniche che fanno dei prezzi speciali.


Torniamo fuori dall’anzianato per godere di una vista su Caracas davvero spettacolare:


“Abbiamo comprato questo pezzo di terra che prima era montagnoso. Ora che è stato tagliato e messo a livello metteremo il pavimento, una fontana e un piccolo teatro – ci spiega Mazzucchelli, e aggiunge – Tutto il perimetro di Villa Pompei è completamente elettricizzato per evitare le invasioni dei ladri”.


Come faranno a sostenere tutti i costi relativi alla costruzione di nuovi spazi, all’acquisto dei medicinali, delle attrezzature di supporto agli anziani e alla gestione di una struttura tanto grande e complessa come Villa Pompei?


“Le spiego – dice Mazzucchelli – Villa Pompei è il prodotto dello sforzo eroico di tante brave persone, animate da sentimenti di carità Cristiana. Quando nel 1975 è stata fondata l’associazione Cristoforo Colombo il nostro desiderio era quello di dare una mano a quegli italiani che non avevano avuto la fortuna di poter produrre nel tempo una situazione economica che permettesse loro una degna vecchiaia. Quelle persone che la società aveva praticamente abbandonato al loro triste e solitario destino. Così, con un po’ di coraggio e con l’aiuto dei nostri amici italiani, che cominciarono a sapere di noi, iniziammo ad organizzare cene, lotterie, manifestazioni di ogni genere per raccogliere i fondi e dar vita a Villa Pompei. Ce ne siamo inventati di tutti i colori; ricordo una campagna che avevo chiamato ‘Adotta un vecchietto!’. Cominciammo con gli scavi senza sapere se saremmo riusciti a completare i lavori. A quel punto si verificò quello che chiam0 un ‘miracolo’. I problemi d’ogni giorno venivano risolti nelle maniere più impensate: chi ci prestava il camion, chi procurava il cemento, chi gli operai e potrei continuare all’infinito. I nostri fratelli italiani si strinsero in maniera commovente intorno a noi.  La nostra giunta direttiva guida la casa di riposo per un cammino non sempre facile. A volte mancano medicinali, i costi di gestione del centro sono tanti. In questo ci aiuta il governo italiano, l’ufficio di assistenza sociale del consolato e alcuni benefattori che ci vogliono bene. E quando anche questo non basta, semplice, ci mettiamo del nostro; perché quando si decide di aiutare il prossimo ci si impegna seriamente e bisogna dare del proprio. Altrimenti non lo fai!”.


I “soliti ignoti”, come chiama Mazzucchelli i sostenitori di Villa Pompei, hanno altri progetti per cui lottare:


“Innanzitutto potenziare il consultorio medico per garantire maggiori servizi di assistenza sanitaria. Poi, speriamo di riuscire ad ottenere un pezzo di terreno per costruire un cimitero per i nostri vecchi italiani che non hanno nessuno. Con i colori della nostra baniera. E, chissà, magari un domani un nipote che vorrà sapere dov’è finito suo nonno potrà portare dei fiori sulla sua tomba”.


Salutiamo gli amici di Villa Pompei e il nostro cicerone Giorgio Mazzucchelli che invita la comunità italiana in Venezuela a conoscere l’anzianato.


Chi volesse fare un donativo alla casa di riposo può inviarlo alla Missione Cattolica Italiana indirizzato a  A.C. Cristoforo Colombo casa di riposo Villa Pompei, via El Limon, San Antonio de Los Altos; o chiamare ai numeri: (0212) 372.10.84 o 3721708.