Occupazione, male l’Italia

PARIGI – Frena la crescita del lavoro in Italia, che nel 2006 sarà appena dello 0,6%, ovvero meno della metà rispetto alla media dei paesi aderenti all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico); in particolare, soffriranno le donne, tra le più penalizzate d’Europa. E per i giovani, pochissime opportunità: il numero di 1,9 milioni di disoccupati della penisola registrato nel 2005, si ripeterà, praticamente invariato nel 2007. E’ la fotografia scattata proprio dall’Ocse, nel suo Employment Outlook 2006. Dove l’Italia è al primo posto, continua impietoso il documento, è nelle classifiche negative, come quella sulla disparità regionale dei salari (assai più ricchi al nord che nel sud), quella dei contratti a termine, quella dei senza-lavoro.


Come uscirne? “Occorre mettere da parte invece politiche che scoraggino la gente a lavorare e le aziende ad assumere, e occorre fare di più per accrescere le professionalità – sostiene Angel Gurria, segretario dell’organizzazione con sede a Parigi. – I sistemi che escludono le persone dall’occupazione sono ingiusti e debbono essere cambiati”.