Germania 2006, L’Italia multietnica si guarda allo specchio

GENOVA – Quando per le strade di Genova sono spuntati i tricolori dell’Ecuador, dopo la vittoria contro la Polonia, nessuno si è meravigliato più di tanto: la comunità ecuadoriana è una tra le più numerose in Italia (assieme a quella peruviana) e quelle bandiere sono l’ennesima certificazione di un belpaese che lentamente sta diventando multietnico. I mondiali sono l’occasione per guardarsi allo specchio e scoprire che allo strapotere del tricolore italiano, iniziano ad opporsi le centinaia di comunità che sfoggiano con orgoglio i propri vessilli nazionali, in un clima di festa che vede latinoamericani e africani coalizzati per dare sostegno a distanza alla propria squadra del cuore. Chi vende bandiere nelle piazze italiane sa bene che è venuta ora di differenziare l’offerta: a quell’unica bandiera verde-bianco-rossa vengono affiancati altri tricolori, oltre a sciarpe e cappellini. E’ un fenomeno visibile soprattutto al nord-Italia, capace di cambiare la morfologia del tifo di intere città, reinventandolo attraverso centinaia di feste colorate.
A Genova la vittoria d’esordio dell’Ecuador ha percorso come un fremito la città; qui, come a Torino, gli ecuadoriani sono tanti. I dati dell’ambasciata parlano chiaro: circa 53 mila in tutta la penisola, senza contare gli irregolari. Un numero che, all’occorrenza, riempie i bar e i luoghi di ritrovo. Basta il passaparola, un sms, una telefonata, e la giornata di lavoro, spesso faticosa, termina la propria traiettoria nei llapingachos, un piatto tipico a base di patate, uova e formaggio, che aiuta a sgolarsi meglio per la propria squadra del cuore.
Feste che si trasformano in tripudio quando a giocare sono Brasile e Argentina, nell’ordine gli altri due paesi con maggiori immigrati in Italia. Una eventuale partita tra queste due grandi del pallone, vedrebbe contrapposto un pubblico di 26 mila brasiliani e 14 mila argentini. Sono questi, secondo le ambasciate, i numeri di residenti nella penisola italica. Il paese del Tango contro quello della Samba, Maradona contro Pelé, e una rivalità storica che spacca in due il continente americano: i peruviani (altra grande comunità) tra Argentina e Brasile si dividerebbero in maniera quasi chirurgica, mentre i venezolani ammiccano al Brasile e all’Italia.