Le cooperative che fanno scuola

CARACAS – Il Venezuela bolivariano di Hugo Chavez guarda all’Italia per far crescere il proprio sistema cooperativo. E’ quanto è emerso in un convegno promosso dalla Camera di commercio venezolano-italiana nell’ambito del Festival Italiano e intitolato “Produzione di lavoro e benessere sociale con le cooperative”, tenutosi presso il Ministero per l’economia popolare. L’interesse del governo di questo paese per la storia del movimento cooperativo della penisola è noto da tempo: in passato una delegazione di funzionari governativi aveva fatto visita ad alcune realtà cooperative del nord Italia. Quanto discusso nel convegno annuncia, tuttavia, una fase di collaborazione più concreta.


I dati ufficiali sull’imprese cooperative costituite in Venezuela sono impressionanti: la Superintendencia nacional de cooperativas (Sunacoop) ne ha registrate addirittura 108.000, metà delle quali impegnate nei servizi e il resto in agricoltura, artigianato e allevamento. Il numero non dice quante siano effettivamente attive e produttive e quanto sia radicato il movimento cooperativo sul territorio, ma segnala comunque una forte attenzione per questo settore. In che termini si articola la collaborazione con l’Italia annunciata al convegno?


“Come Cavenit”, spiega Lidia Bruttini, vicepresidente 2 della Camera di commercio venezolano-italiana, “ci siamo attivati su stimolo dell’Associazione Lombardi del Venezuela e all’Associazione Mantovani nel mondo per organizzare un corso di volontariato e impresa, al quale hanno partecipato esponenti delle associazioni italo-venezolane e del mondo cooperativo e istituzionale venezolano. Il convegno è un passo ulteriore per favorire lo scambio tra la realtà italiana e quella venezolana. Le cooperative in Italia rappresentano un settore produttivo importante, sono delle imprese come le altre, e per questo ci interessa favorire la collaborazione”.


Gianni Cappellin, presidente dei Lombardi in Venezuela, spiega il ruolo della sua associazione. “Il nostro impegno”, dice, “si è concretizzato inzialmente in un progetto per l’assistenza sociosanitaria dei nostri connazionali indigenti e un corso di formazione al volontariato. Al corso abbiamo invitato Umberto Fioravanti, nostro referente italiano e rappresentante dei Mantovani nel mondo, che è un ex funzionario della Cgil e conosce bene il settore delle cooperative. Il modello cooperativo italiano è un modello vincente, abbiamo trovato molta disponibilità e interesse da parte venezolana ad avviare degli incontri di approfondimento”.


I settori dove, su specifico interesse delle istituzioni venezolane, si concentra l’attenzione bilaterale, sono quello abitativo e delle costruzioni, in particolare lo sviluppo dell’urbanistica sociale, quello turistico e agrituristico, quello sanitario, e quello cooperativistico sociale che affronti le problematiche degli adolescenti indigenti e delle tossicodipendenze. Dopo gli incontri di questi giorni, entro un mese si dovrebbe passare alla fase di approfondimento tecnico che anticipa la definizione di accordi veri e propri.


A dare forza al percorso avviato è il coinvolgimento della più importante organizzazione cooperativistica italiana, Legacoop, che raccoglie circa 14mila cooperative e conta sette milioni e mezzo di soci. Bruno Busacca, membro del direttivo di Legacoop, è venuto in Venezuela per partecipare al convegno e discutere con i referenti venezolani di future piattaforme collaborative. “Siamo appena alla fase iniziale di un percorso che speriamo porti lontano”, dice. “Siamo stati coinvolti per illustrare un modello economico di successo, qual è quello cooperativo in Italia, che non ha pari per forza e diffusione, e valutare alcune aree dove concentrare la collaborazione. Negli ultimi anni in Venezuela il sistema cooperativo è esploso, in termini numerici, ma si tratta ancora di una situazione ancora incerta, come tutte le realtà agli inizi, in questo senso è molto utile il sostegno internazionale. D’altra parte, il movimento cooperativo ha una forte tradizione di collaborazione transanzionale, attraverso l’Alleanza Cooperativa Internazionale (Ica) che oggi è guidata da un italiano, Ivano Barberini, ex presidente di Legacoop”.


Umberto Fioravanti, esperto del settore cooperativo in ambito sanitario, ha portato le sue compentenze e ha avuto dei contatti con il mondo cooperativo venezolano, oltre che con le istituzioni. “In questo paese”, dice, “ho colto una realtà complessa, c’è una forte tensione ideale nel vedere le cooperative come mezzo per la costruzione del socialismo, per aiutare i più deboli, più che come un modello di impresa che può produrre ricchezza. E’ una situazione che ricorda quella italiana di cinquant’anni fa”.