Referendum, in pochi al voto

CARACAS – Un voto senza grande partecipazione, in linea con i precedenti referendum. Appare così, dai dati comunicati dal Ministero degli Esteri, l’interesse degli italo-venezolani verso la consultazione referendaria che doveva confermare il progetto di riforma costituzionale promosso dal governo Berlusconi e che in Venezuela, come nel resto dell’America Latina, ha visto una netta affermazione dei Sì.


Nelle due circoscrizioni in cui è suddiviso il voto in Venezuela, Caracas e Maracaibo,  la percentuale di votanti è stata del 24,16 per cento: su 62.485 schede inviate, quelle restituite nei termini di legge sono state 15.095. A Caracas su 53.329 schede ne sono state restituite 11.546, il 21,6 per cento. All’ultimo referendum al quale avevano partecipato anche gli italiani all’estero, nella circoscrizione di Caracas la percentuale dei votanti era stata del 22,2 per cento. Da sottolineare che in quel caso il quesito referendario aveva come oggetto la fecondazione assistita, un tema di impatto certamente minore rispetto al cambiamento costituzionale in gioco in questa occasione. 


La partecipazione al voto degli italiani del Venezuela è stata tra le più basse del Sud America: in Argentina ha votato il 40,17 degli aventi diritto, in Brasile il 29,88 per cento, in Perù il  31,87 per cento. Più bassa di quella venezuelana, ma di poco, solo la percentuale del Cile, 23,61 per cento.


Le buste non consegnate ricadono tra i mancati recapiti, per irreperibilità del destinatario o per indirizzo errato, e tra i non votanti, coloro che pur avendo regolarmente ricevuto la scheda di voto non hanno ritenuto di restituirla al Consolato e quindi di esercitare il proprio diritto di voto. 


Per una completa valutazione delle procedure di voto, fanno sapere dal Consolato di Caracas, si dovrà attendere il rientro delle buste non recapitate. Solo in quel momento sarà possibile valutare se le modalità di consegna sono state migliori che in passato. In questa occasione il servizio di consegna e recupero delle buste è stato affidato alla società Domesa, licenziataria per il Venezuela della multinazionale Ups, che effettua una consegna espressa. La precedente consultazione era stata seguita da Postel, un servizio con presenza più capillare sul territorio (700 punti di raccolta invece delle 200 di Domesa), ma non espresso.

“Rispetto all’ultima consultazione elettorale – dice il Console generale italiano a Caracas Stefano Pontesilli – abbiamo fatto uno sforzo per cercare di migliorare le procedure di consegna delle buste, affidandoci a un servizio di consegna espresso, molto più costoso del precedente. Aspettiamo il rientro dei plichi non consegnati per valutare se l’operazione è stata vantaggiosa. In linea generale, abbiamo visto che c’è stato un interesse molto pìù basso da parte della collettività rispetto alle recenti consultazioni politiche. Lo abbiamo verificato dal numero di telefonate giunte al nostro centralino nei giorni precedenti il voto”.