Prodi-tassisti: è braccio di ferro

ROMA – Braccio di ferro tra il governo e i tassisti sul pacchetto sulle liberalizzazioni. Un fiume di taxi ha invaso Roma: oltre 2.500 le “auto gialle” che da tutta Italia si sono dati appuntamento al Circo Massimo per l’annunciata ‘marcia su Roma’. Molti manifestanti oltre che con le auto di servizio sono giunti nella capitale con altri mezzi pubblici.
Da una parte, il presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha affermato:
“Se vogliamo un Paese moderno, se, più semplicemente, vogliamo un Paese normale, bisogna che tutti, e dico davvero tutti, si assumano la responsabilità di fare significativi passi avanti per il rispetto dei diritti dei cittadini-consumatori’’.
Dall’altra,  il fallito incontro con il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani.  Confermata, comunque, dal ministro “la propria disponibilità, in caso di cessazione delle agitazioni in corso, a convocare il tavolo di confronto con i rappresentanti delle organizzazioni dei tassisti e con una delegazione dei sindaci in rappresentanza dell’Anci’’ venerdì 7 luglio presso il dicastero.
Nella mattinata di ieri, i tassisti giunti a Roma per la protesta si erano concentrati tra via dell’Ara Massima di Ercole e via del Circo Massimo.
Un primo gruppo del corteo riunito al Circo Massimo si era mosso per tentare di raggiungere Montecitorio. Il corteo superava diversi presidi delle forze dell’ordine e raggiungeva piazza Venezia, dove fronteggiava un cordone posto all’ingresso di via del Corso e un altro all’angolo con via del Plebiscito.
Quindi la protesta, tra cori, urla e trombette da stadio a tutto volume, proseguiva davanti a Palazzo Chigi, dove un cordone formato da poliziotti, carabinieri e finanzieri in tenuta antisommossa separava i manifestanti dall’ingresso. Non sono mancate alcune manifestazioni di intolleranza.