E per gli azzurri il sogno continua…

CARACAS – Siamo in finale! È dalla partita contro il Ghana che seguiamo le reazioni dei tifosi della nazionale italiana in Venezuela. Non sembra di essere lontani dalla patria della Dolce Vita, Caracas è vestita del tricolore italiano e mai come ora, alla vigilia di quella che potrebbe diventare una data storica per lo sport nazionale, si sente il brivido dell’emozione.


Quando arriviamo al Centro Italiano Venezolano, siamo colpiti da centinaia di macchine parcheggiate, decorate con la bandierina dell’Italia al finestrino. Incontriamo subito il signor Antonio. Cammina sicuro verso la sala Italia, dove lo aspetta il mega schermo e la partita che deciderà il mondiale degli azzurri: Germania-Italia. Ha la voce rauca Antonio, i capelli bianchi e un bel sorriso. Come andrà l’incontro?


“Vincerà l’Italia, chiaro! I tedeschi non ci hanno mai battuto e non lo faranno certamente oggi” commenta sicuro. “Mi ascolti, c’ho i capelli bianchi e di cose ne ho viste nella mia vita. Si godi la partita e stia pronta a festeggiare”.


Poi poco prima di congedarsi ci racconta un aneddoto:


“L’altro giorno un tedesco mi ha detto: ‘Gli italiani non sono un popolo di guerrieri!’ ed io gli ho risposto: ‘E ci mancherebbe, il nostro è un popolo di artisti e poeti!’ e oggi vedrà che capolavoro gli regaliamo!”.


Ma il “capolavoro” pare non voler arrivare. Sono passati già i 45 minuti e non è successo nulla. I tifosi sono nervosi, con gli occhi sgranati osservano lo schermo e, di tanto in tanto, si asciugano il sudore dalla fronte. L’attesa si fa sempre più pesante, anche il più piccolo tifo da stadio è insopportabile: sarà colpa dell’inguaribile superstizione italiana? A proposito: notiamo che molti italo-venezolani si affidano alla numerologia, secondo la quale questo mondiale si tingerà di azzurro. Stiamo a vedere. Durante il secondo tempo aumentano le occasioni da gol, ma nulla. Ci guardiamo tutti con espressioni incredule.


Tempi supplementari. Nessuno vuole credere che l’incubo dei rigori si ripeta.


“È una maledizione – commenta una signora che preferisce mantenere l’anonimato– ma non ci colpirà questa volta!”.


E di fatti, a due minuti dalla fine arriva come un ‘miracolo’ il gol di Grosso. Esplode la gioia, si urla, ci si abbraccia. Cadono bicchieri, sedie, tutto l’edificio trema. Un signore ci corre incontro e ci stringe forte saltando come un grillo. Stiamo ancora festeggiando quando, con un’azione stupenda, Del Piero segna il secondo inaspettato gol.


Ora la festa è in strada. Gli italo-venezolani si danno ai bagordi. A Las Mercedes i poliziotti hanno già chiuso il corso principale per dare spazio alla gioia azzurra che arriva puntuale con le bandiere, i colori, le grida, i balli, la musica. La follia che segue è indescrivibile: da un impianto audio tuonano le note dell’inno d’Italia e tutti cantano. “Siamo pronti per la finale. Siamo i migliori, non ce n’è per nessuno” ci urla nelle orecchie un ragazzo.


Siamo tutti pronti a realizzare il sogno mondiale, ma per sapere come andrà a finire ci tocca attendere con le dita incrociate la finale di domenica.