Dopo i tassisti ecco gli avvocati

ROMA – Dopo la protesta dei tassisti, arriva ora quella degli avvocati: dodici giorni di sciopero, dal 10 al 21 luglio con una manifestazione conclusiva a Roma. Questa la risposta dell’avvocatura alla liberalizzazione delle tariffe voluta dal ministro allo sviluppo economico Bersani, per cui verranno sospese così udienze civili, penali e amministrative, fatti salvi i provvedimenti urgenti e i servizi essenziali.


La decisione è avvenuta al termine della seduta straordinaria indetta dal Consiglio nazionale forense che ha riunito gli ordini e le associazioni rappresentative dell’avvocatura.


“È di indubbia gravità – si legge nel documento diffuso – la situazione determinata dal decreto. Ci sono violazioni di diritti e prerogative anche costituzionalmente protetti”.


L’avvocatura chiede poi al Governo di “stralciare dal testo la parte del decreto legge che riguarda la professione forense, nonché le norme che dispongono riduzioni degli stanziamenti per la giustizia”. Ma i legali si dicono disponibili a un dialogo, “assicurando sin d’ora la disponibilità a definire con il ministro della Giustizia un testo di riforma della professione forense, una volta stralciate le parti del decreto legge che riguardano le professioni”.


L’Assemblea ha deliberato il piano generale di mobilitazione con l’astensione dalle udienze, affidando all’Oua e alle Associazioni forensi il compito di “procedere all’immediata convocazione della protesta” e ha invitato gli ordini forensi a “indire da subito assemblee locali e distrettuali per assumere ulteriori iniziative di contrasto contro il decreto Bersani”.


Intanto per quel che riguarda la rivolta delle “auto bianche”, che pare sia rientrata almeno per il momento, il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi,  insiste che “la liberalizzazione é utile sia per gli utenti che per i tassisti’’ e consente di mantenere “alto il livello del servizio’’.


“Se servono aggiustamenti tecnici – ha aggiunto – ci penserà il ministro Bersani. E se servono ancora più utilmente aggiustamenti nei regolamenti comunali, dal momento che il servizio taxi è di spettanza dei comuni, si faranno. Bisogna solo far sbollire questa fase che è stata presa un po’ troppo male’’


Gianfranco Fini, conversando con i cronisti a Montecitorio, interviene nella polemica per ribadire le critiche del suo partito al decreto sulle liberalizzazioni.


“Certo, il problema di miglioramento del servizio dei taxi esiste, ma sarebbe bastato liberalizzare l’orario di lavoro per avere più auto in circolazione”.


Quanto a Bersani il presidente di An sottolinea: “mi sembra sia giunto alla nostra stessa posizione, magari poteva risparmiarsi due giorni di blocchi. Adesso spero si sarà pentito dell’incauta frase ‘le regole non si concertano’”.