Risanamento e sviluppo gli obiettivi del Governo

ROMA – Da una parte il risanamento, con un deficit che dovrà essere piegato sotto il 3 per cento entro il prossimo anno. Dall’ altro la crescita, con misure pro-sviluppo come la riduzione del cuneo fiscale e norme per trasformare il lavoro precario in occupazione stabile. E poi l’impegno all’ equità, che è la bussola alla quale sarà ancorata la realizzazione dei progetti. Il Dpef, il documento di programmazione economico e finanziario con il quale il governo traccerà in oltre 100 pagine le linee della politica economica nella prossima legislatura, è oramai pronto. Una colazione di lavoro a Palazzo Chigi con i ministri economici e Prodi ha consentito di dare un primo ”via libera” politico al documento che oggi sarà portato al Consiglio dei Ministri. Ieri, in serata, il ministro dell’ Economia Padoa-Schioppa ha illustrato le linee principali ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, che avevano lamentato l’ assenza di concertazione. Il Consiglio dei Ministri di oggi, approvando il Dpef, squarcerà il velo ufficialmente anche sul nuovo quadro macro economico programmatico, un quadro che conferma la necessità di un forte impegno per ridurre l’ andamento tendenziale del deficit.
Il deficit 2006, come certificato dalla commissione Faini, viaggiava verso il 4,5-4,6 per cento. Ma il dato contenuto nel Dpef terrà conto degli effetti della maggiore crescita economica e anche della manovra correttiva. Il Pil 2006 dovrebbe essere portato dall’ 1,3 per cento dell’ ultima previsione all’ 1,5 per cento stimato dalla Ragioneria dello Stato, con un impatto migliorativo sui conti di circa 0,1 punti. Ci sono poi le maggiori entrate una tantum, superiori alle previsioni, che sono state registrate dal fabbisogno di giugno: valgono 2,6 miliardi nel primo semestre che diventeranno 3,1 miliardi a fine anno. Serviranno a migliorare i conti per quest’ anno, ma non avranno un effetto strutturale, verranno cioè a mancare nel 2007. Ma a ridurre il deficit ha contribuito anche la manovra bis varata la scorsa settimana. L’ impatto netto sul deficit vale uno 0,1 per cento ma c’è anche la copertura delle spese (2,8 miliardi) per la riapertura dei cantieri di Anas e Ferrovie, che valgono quindi altri due decimi di punto. A conti fatti il deficit potrebbe quindi rientrare in una forchetta tra lo 4,0 e il 4,1 per cento.
Per il 2007 si punta poi ad una manovra dell’ ordine dei 35 miliardi di euro per riportare, grazie anche ad una crescita che rimarra’ all’ 1,5 per cento, il deficit sotto la soglia del 3 per cento. E’ questo l’ impegno di risanamento preso con l’ Europa che il Dpef punta a confermare. E per realizzarlo saranno necessari tagli alla spesa. I macro capitoli sotto osservazione sono quattro: il pubblico impiego, gli enti locali, la previdenza e la sanit`pa. Ma il governo confermeraà anche l’ impegno a realizzare il risanamento poggiando su altre due parole chiave: crescita ed equità. Sarà ribadito l’impegno a ridurre il cuneo fiscale, cioè la parte di prelievo che pesa sul costo del lavoro, le imprese pagano ma non arriva nelle tasche dei lavoratori.
Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha chiesto che si possa legare la riduzione del costo del lavoro puntando a premiare le imprese che assumono lavoratori a tempo indeterminato. E anche la riduzione degli sprechi, con i tagli alla spesa pubblica – ha assicurato il ministro per lo Sviluppo Pierluigi Bersani – non saranno generici. Per la sanità – si è detta sicura il ministro Livia Turco – saranno confermate le risorse per consentire la programmazione sia in termini di livelli essenziali di assistenza, sia di investimenti futuri.
”Sono fiduciosa – ha detto la Turco – che tali parole cruciali saranno presenti nel Dpef”.
Ma tra i progetti che saranno ”allegati” al documento ci saranno per le linee guida per la politica sul fronte delle infrastrutture ferroviarie e stradali, due capitoli da sempre considerati un importante volano per la crescita economica.