D’Alema: “Serve un corridoio umanitario”

ROMA – Mentre crescono le preoccupazioni della comunità internazionale per la situazione umanitaria in Libano e le pressioni per una cessate il fuoco, per il secondo giorno consecutivo ci sono stati violenti combattimenti a terra lungo il confine fra piccole unità di incursori israeliani e i miliziani libanesi dell’Hezbollah.


La resistenza degli Hezbollah lungo il confine, dove hanno costruito negli ultimi anni una fitta rete di bunker e di gallerie sotterranee da dove colpiscono gli incursori israeliani, potrebbe costringere lo stato ebraico a ripensare la sua strategia militare. Finora Israele ha colpito con aerei e artiglieria, preferendo non impegnarsi in una nuova, rischiosa offensiva di terra in Libano. I vertici militari e il ministro della difesa Amir Peretz non escludono però, se sarà necessario, anche un attacco terrestre su larga scala.


Intanto Israele non si oppone alla richiesta di aprire un corridoio umanitario da Libano a Cipro avanzata dalla Commissione europea, di cui aveva parlato il presidente francese Jacques Chirac e rilanciata dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema. E il ministro della Difesa israeliano, Amir Peretz, ha precisato che non c’è ‘’alcuna intenzione’’ di rioccupare il sud del Paese. 


Il segretario generale del’Onu Kofi Annan, nel suo intervento in Consiglio di Sicurezza , ha reclamato una immediata cessazione delle ostilità. Annan ha chiesto anche l’apertura di corridoi umanitari “fintanto che le ostilità continuano”.