Italiano per tutti, ma non per il paese natio

CARACAS – Giancarlo Mauro non riesce a darsi pace per quanto gli è accaduto nell’ultimo suo viaggio in Italia. Residente in Venezuela da 18 anni, cittadino venezuelano da tre, ai primi di luglio è rientrato nel natio Friuli per un’operazione medica concordata con il suo medico di fiducia, lo stesso che aveva prima di emigrare in Venezuela. Nell’archivio elettronico dell’Azienda sanitaria del Medio Friuli il suo nominativo risulta ancora registrato e in base a quello aveva fissato le date dell’operazione alla cistifellea, oltre problemi alla prostata, di cui aveva urgente bisogno. Al suo arrivo si è recato nel comune di residenza, Tavagnacco, piccolo centro della cintura udinese, per ottenere una copia della carta di identità con un nuovo indirizzo di residenza, ma qui gli hanno detto che non potevano rilasciargli alcun documento perché, spiega, “volevano essere certi che non avessi rinunciato alla cittadinanza italiana”. Di conseguenza, anche l’operazione per la quale aveva attraversato l’oceano diventava impossibile – perché l’ospedale pretende un documento valido di riconoscimento – se non pagandola interamente di tasca sua.


L’intrico giuridico in cui si è trovato in mezzo il signor Mauro è degno di un romanzo, ma per lui ha significato semplicemente aver speso i soldi per viaggiare in Italia, pagarsi quindici giorni di permanenza e una visita specialistica, e tornare indietro con gli stessi problemi di prima.


“Io non posso accettare quello che mi è successo – dice accalorato Mauro, che oggi ha 68 anni e dopo aver lavorato per sette anni al Consolato generale da alcuni anni svolge attività imprenditoriale in proprio – . Al comune dove sono nato, dove mi conoscono tutti, lo stesso impiegato dell’anagrafe sa chi sono, il vicesindaco è un mio coetaneo, tutti sanno chi sono, non mi hanno voluto rilasciare una nuova carta d’identità. Ufficialmente, mi hanno detto che non sanno se io ho rinunciato alla cittadinanza italiana. Ma io non mai rinunciato alla cittadinanza italiana! Lo posso ‘autocertificare’, gliel’ho detto ma non hanno accettato l’autocertificazione. Ho anche chiesto di andare di fronte a un notaio per ufficializzare la mia dichiarazione, ma non è servito, volevano la prova che io non avevo rinunciato alla cittadinanza italiana. Ora io voglio essere risarcito dei soldi e del tempo che ho speso per andare in Italia, per di più la mia era un’operazione urgente”.


Lo sfortunato emigrante racconta che quando ha acquisito la cittadinanza venezuelana – un passo necessario per poter lavorare stabilmente in questo paese – era al corrente della legge italiana che consente la doppia cittadinanza, la nr 91 del 1992. “Io non ho rinunciato a niente, ho preso solo il passaporto venezuelano ma senza perdere la cittadinanza italiana, come dice la legge”, afferma convinto. Per legge, l’unico modo per perdere la cittadinza italiana è firmare un atto formale di rinuncia.


Recatosi agli uffici dell’Azienda sanitaria udinese per verificare la possibilità dell’operazione, Mauro ha avuto un’ulteriore, e per lui poco piacevole, sorpresa. Con il passaporto venezuelano in mano è stato indirizzato allo sportello riservato ai cittadini extracomunitari. “Io non ho niente contro gli immigrati, ma quando mi sono trovato accanto a una donna straniera mi sono sentito a disagio, perché io sono nato in Italia, ho vissuto lì fino a pochi anni fa, non sono uno straniero”.


Sul piano pratico, Mauro avrebbe potuto far valere la dichiarazione del medico che affermava l’urgenza dell’intervento chirurgico, e per la legge italiana non avrebbero potuto rifiutarglielo. “Se mi facevo operare d’urgenza rischiavo che poi chiedevano i soldi all’Ambasciata venezuelana che poi li richiedeva a me, e io non sono benestante! E poi se ti fanno un’operazione d’urgenza c’è il rischio che non te la facciano bene”.


Per cercare di risolvere il problema giuridico, su sua richiesta, gli impiegati del comune di Tavagnacco hanno inviato un fax al Cosolato generale d’Italia a Caracas, chiedendo chiarimenti. La risposta del Consolato non è stata di grande aiuto per Mauro, spiegando, testualmente, che “non risultano agli atti di questo Ufficio dichiarazioni di riacquisto della cittadinanza da parte del nominato in oggetto”. In pratica, la cittadinanza a cui Mauro dice di non aver rinunciato avrebbe dovuto “riacquistarla”.  Il console generale a Caracas, Stefano Pontesilli, spiega che il Consolato non poteva rispondere diversamente, vista la domanda. Comunque, sottolinea, Mauro non ha mai perso la cittadinanza italiana. “E’ strano che al comune di nascita si siano comportati così visto che lo conoscevano. Il suo nome non risultava nei nostri archivi perchè non era iscritto all’Anagrafe italiani all’estero, ma ciò non toglie che il sig. Mauro sia sempre stato italiano. Ho già scritto al comune per chiarire la questione”, conclude.


Ora Giancarlo Mauro si sta preparando per tornare in Italia e farsi finalmente operare. “Ma qualcuno dovrebbe risarcirmi dei soldi che ho speso per il viaggio fatto a vuoto”, afferma.