Detenuti stranieri, una strategia comune

CARACAS – I più numerosi sono gli spagnoli, seguiti dagli olandesi e, a distanza, dagli italiani. I detenuti stranieri nelle carceri venezuelane rappresentano un contingente non indifferente: secondo dati forniti dalle delegazioni consolari si tratta di 363 persone di 21 paesi diversi. La gran parte di essi è in carcere per traffico di stupefacenti: quasi tutti vengono fermati all’aeroporto di Maiquetia con quantità variabili, di solito alcuni chili, di droga, in transito da paesi vicini come l’Ecuador o la Colombia. L’arresto è immediato e di conseguenza la carcerazione, ma per il processo e la condanna possono passare molti mesi, in alcuni casi anche anni. Il problema essenziale per i consolati è, comunque, venire a sapere che dei connazionali sono stati arrestati. Il più delle volte, infatti, le autorità venezuelane non comunicano ai consolati di competenza di aver arrestato dei cittadini del loro paese. Questo impedisce che si possa provvedere alla necessaria assistenza, ma anche semplicemente ad avvisare i famigliari rimasti al paese d’origine.


Visto che il problema è comune a tutti i paesi che hanno connazionali imprigionati in Venezuela, nei giorni scorsi l’ambasciata d’Olanda ha convocato una riunione delle delegazioni consolari per discutere di una strategia comune per affrontare i vari problemi esistenti. Come detto, gli stati che hanno il maggior numero di detenuti sono la Spagna (86) e l’Olanda (67); l’Italia fino a un paio d’anni fa aveva una cinquantina di connazionali imprigionati ma ora ne conta “solo” 28, situandosi in una fascia intermedia di cui fanno parte anche la Germania (24), il Regno Unito (24) e la Francia (25).


Dalla riunione è uscita la proposta di costituire un “gruppo interconsolare” che possa con regolarità tenere i contatti con le autorità di polizia e giudiziarie, soprattutto all’aeroporto di Maiquetia, così da sapere in tempo reale o comunque in tempi ragionevoli di arresti di connazionali. Attualmente, ogni autorità consolare deve infatti provvedere per conto proprio, con dispendio di risorse e tempo senza avere risultati soddisfacenti. Meglio sarebbe, ritengono i diplomatici, che ci fosse un gruppo congiunto con il compito di tenere informate le varie diplomazie di quanto succede.


La mancata informazione non è tuttavia il solo problema che le autorità straniere devono mettere in conto: vi sono infatti, tutta una serie di ostacoli al normale corso della condanna. Per esempio, non sempre viene garantito al detenuto il trasporto dal penitenziario al tribunale, dove è convocato per decidere del suo destino. Gli stessi detenuti confessano che talvolta viene loro chiesto il pagamento di somme variabili di denaro per essere trasportati in tribunale.


 


 


 






































































Paesi


Nr. detenuti


Austria


2


Belgio


1


Bulgaria


15


Canada


12


Francia


25


Germania


24


Grecia


4


Irlanda


1


Italia


28


Olanda


67


Polonia


19


Portogallo


21


Regno Unito


24


Repubblica Ceca


1


Romania


10


Slovacchia


3


Slovenia


2


Spagna


86


Svezia


4


Ungheria


4


USA


10