Niente truppe italiane se non cessano i combattimenti

Roma  “L’Italia non manderà le truppe in Libano se non cesseranno i combattimenti, ora le condizioni per inviare una forza internazionale non sono mature’’ . Così il ministro degli Esteri e vicepremier Massimo D’Alema in un’intervista a ‘La Stampa’, in cui spiega:


– La posizione israeliana secondo cui continueranno a combattere fino all’arrivo della forza internazionale è sinceramente inaccettabile perchè lo schieramento richiede un accordo fra le parti. E come fa il governo libanese ad accettare un accordo o anche a discutere mentre si trova sotto i bombardamenti? La sostanza è che devono smettere di combattere. Solo quando ciò avverrà vi saranno le condizioni per avviare il processo che porterà allo schieramento della forza.


D’Alema ribadisce che la posizione italiana “coincide con il testo approvato a Bruxelles dai ministri degli Esteri europei. Le condizioni di stabilità e la garanzia che non si ritornerà alla situazione precedente con la minaccia degli Herzbollah ai confini di Israele possono essere ottenute grazie all’invio di una consistente forza internazionale sotto l’egida dell’Onu. Se invece continuerà la guerra questo potrebbe diventare impossibile’’.


Il progetto di inviare in Libano una forza multinazionale di interposizione, quindi, potrebbe sfumare se il conflitto fra Israele ed Hezbollah proseguirà. Anzi, stando a quanto sostiene il vicepremier il conflitto tra Israele e Libano rischia di trasformarsi in un altro Iraq, con volontari stranieri pronti a combattere contro lo stato ebraico e la forza internazionale esposta alla guerriglia con attentati suicidi.


Il numero uno della Farnesina ha poi spiegato che la decisione della Francia di non partecipare al vertice Onu per discutere della questione, in assenza di un accordo politico sulla fine del conflitto, mostra che il perdurare dei combattimenti potrebbe minare l’avvio di una simile missione.


Riferendo dell’esito del Consiglio europeo, il titolare della Farnesina definisce “abbastanza singolari’’ le ricostruzioni riportate dalla stampa sulle presunte divisioni interne alla Ue, dal momento che il Consiglio europeo, sottolinea D’Alema, “ha adottato nella sua dichiarazione finale, lo stesso dispositivo di risoluzione che la Francia ha depositato davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite’’.