“In Libano tra 14 giorni”

ROMA – La missione italiana in Libano dovrà avere un mandato “chiaro e privo di ambiguità” da parte dell’Onu. Il giorno dopo il vertice di maggioranza che ha fissato le tappe dell’invio dei nostri soldati in Medio Oriente con i caschi blu delle Nazioni Unite, il presidente del Consiglio Romano Prodi, interviene sul punto cruciale della missione dei caschi blu nel Sud del Libano.


Il premier continua a portare avanti un delicato lavoro di diplomazia in attesa delle decisioni del Consiglio di Sicurezza sui numeri e la portata della forza di pace da inviare in Libano e ieri ha avuto un “lungo e cordiale” colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, che ha espresso – recita un riferisce un comunicato della presidenza del consiglio – il suo “vivo apprezzamento per la decisione italiana di contribuire alla forza Onu per il Libano”, definendola “forte e coraggiosa”.


A Bush, Prodi ha manifestato apprezzamento per gli sforzi svolti dalla diplomazia statunitense per “giungere a questo importante risultato”. Ottenuta la tregua, ha sottolineato poi Prodi, occorre giungere ad una “soluzione politica” per la regione: ed è in questa chiave che assume importanza l’assenso di Bush al richiamo del nostro premier sulla necessita’ di una soluzione del problema palestinese. Questioni, queste, affrontate ieri sera in conversazioni anche con Berlusconi, Fini e Casini.


Quanto alla missione, i soldati italiani, una volta avuto l’ok delle Nazioni Unite, potranno essere schierati, come ha spiegato il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, in un arco di tempo di un paio di settimane. Per quella data Prodi, come ha sottolineato ieri, punta al più ampio consenso politico possibile.