“Amo l’Italia delle mie radici e il Venezuela dove sono nato”

CARACAS.- In un’Italia stremata dal dopoguerra la via dell’emigrazione appariva tantissimi anni fa, come unica alternativa possibile a migliaia di persone schiacciate da una situazione economica tremendamente precaria. La politica governativa, tra l’altro, fomentava la diaspora degli italiani, vedendola come valvola di sfogo per la risoluzione dei gravissimi problemi della disoccupazione, il sottosviluppo e la povertà del Sud..
Tra tante propagande, sbarrate le frontiere nordamericane, appannatosi il miraggio dell’Argentina, spiccava quella che presentava il Venezuela come il nuovo “El dorado”, una terra ove far fortuna facilmente. Ed é stato cosí che questa “Tierra de Gracia” é entrata a vele spiegate nei sogni degli italiani degli anni cinquanta. Partivano per lo più uomini giovani, per i quali al sapore della nostalgia si mescolava quello dell’avventura. Partivano ignari, alcuni sognando già il ritorno, altri, tentando di dimenticare le ferite di una guerra ingiusta come tutte le guerre e recando in cuore soltanto l’anima della propria terra e lo sconforto di non poter più vivere assieme ai ricordi cari dell’infanzia, al dialetto del proprio paese.
Non pensavano minimamente, allora, quei giovani approdati al porto di La Guaira, che a furia di lavoro, caparbietà, rettitudine, avrebbero arricchito questa terra d’adozione con il loro bene più prezioso: i propri figli, quelli che oggi formano la colonna portante di questo Paese, quelli che con il sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi d’emozione affermano: “…Essere figli d’emigranti significa custodire in cuore l’amore per due Patrie: l’Italia, delle mie radici ed il Venezuela dove sono nato…” cosí, come sa esprimerlo con naturalezza, con frasi toccanti e piene di sentimento il dott. Antonio Cartolano, uno dei simboli piú egregi delle nostre giovani generazioni che arricchiscono il mondo scientifico venezolano. Lo abbiamo incontrato presso la “Fundación Hospital Ortopedico Infantil” di Caracas. Un luogo pullulante di vita, di speranza per un responso giusto, per una frase umana, per un sorriso di simpatia. Ci sono neonati in braccia alle loro mamme nella sala d’aspetto dell’Ospedale, ci sono anziani seduti pazientemente attendendo il loro turno, ci sono moltissimi pazienti con problemi nella colonna vertebrale.
– L’Ortopedico é nato quando la poliomelite costituiva in Venezuela un grave dilemma… – puntualizza il dott. Cartolano, che ci riceve cortese ed attento nel suo ambulatorio – … lo ha fondato Don Eugenio Mendoza , e si chiamava allora: “Ospedale Poliomelitico di Caracas”. In seguito, controllata la poliomelite, l’Ospedale cambiava nome dedicandosi alle patologie ortopediche. Da sessanta anni si lavora appunto in questo campo – sottolinea il nostro medico – siamo una istituzione specializzata : ci sono sei cliniche all’interno dell’Ospedale, io dirigo quella dedicata allo studio della colonna vertebrale -.
Il dott. Antonio Cartolano ha i modi gentili, la voce suadente, lo sguardo limpido, leale, dal quale trapelano l’inconfondibile poesia mediterranea e l’appassionante vocazione per la medicina: motivi di vita. É con orgoglio che evoca le proprie radici. Ci racconta che il suo secondo cognome é Cataldo, che i suoi genitori provengono da Padula, provincia di Salerno:
– Mio padre é giunto in Venezuela nel 1948. Ho due fratelli: Giovanna che è medico e Francesco, laureato in amministrazione.
Il dott. Antonio Cartolano si è laureato presso l’Università Centrale del Venezuela nella Scuola José Maria Vargas. Gli chiediamo come si sente un gran medico venezolano che è figlio d’emigrante. Risponde con frasi sicere, appassionate.
– Noi figli degli emigranti siamo particolari! Il Venezuela é un paese fatto dai nostri padri. I figli d’emigranti sono legati a due terre! Mi sento un uomo del Mediterraneo e mi sento anche profondamente venezolano. Benché le basi della mia educazione le ho ricevute direttamente dai miei genitori, ho studiato presso il Collegio San Ignacio de Loyola. Mamma ci teneva a farmi avere una istruzione adatta al Paese in cui siamo nati e viviamo. Ma penso come un mediterraneo. Sono sognatore, artista, innamorato di due Patrie: con il cuore grande perchè in esso vi stanno insieme l’Italia e il Venezuela. Sai perchè l’Italia è uno dei paesi piú grandi del mondo? Perché ha gli italiani sparsi per tutto il mondo, per tutte le latitudini. Sono loro, tutti quei milioni di italiani che portando una Italia così speciale nel cuore, la fanno davvero grande, poichè sono i migliori ambasciatori ed anche perchè, quasi tutti hanno una storia comune. Mio padre, che con grande orgoglio ha sempre fatto il mestiere di falegname, ci ha insegnato a noi figli i valori dell’onestà, della responsabilità e la forza di volontà, l’amore per la vita, per la famiglia.
Il dott. Antonio Cartolano é sposato con la dott.ssa Susanna, medico specialista in cardiologia, anche lei figlia d’emigranti (spagnoli). Hanno due figli: Antonio e Ignazio.
– Antonio perché mia madre é devota di San Antonio di Padova, tanto che la prima comunione l’ho fatta appunto a Padova nell’anno 1967, e Ignacio perché ho voluto dare all’altro mio figlio il nome di San Ignacio de Loyola.
Il Dr. Cartolano opera anche presso l’“Urologico San Roman” di Caracas nel “Centro de Patologia de la Columna Vertebral” ed in due altri Centri: uno a Barquisimeto presso l’“Hospital Rotario” (“Centro de deformidades de la columna”) ed un altro a Maracaibo nell’“Hospital Coromoto”.
Ha realizzato il corso di post-laurea in Chirugia Ortopedica Infantile nell’Ospedale Ortopedico di Caracas; Traumatologia presso il “Pérez Carreño” e Studio delle Patologie della Colonna Vertebrale presso il “Centro di Deformitá di Colonne” di Montevideo (Uruguay). Ha realizzato corsi di specializzazione in Inghilterra, Francia, Germania, Stati Uniti e Austria.
A Caracas realizza normalmente novecento operazioni chirurgiche l’anno.
– Dovevamo dare una risposta alle impellenti necessitá del Paese e non c’erano sufficienti chirurghi specalizzati in questo settore – afferma il dr. Cartolano e per un breve istante schiude alla nostra comprensione il meraviglioso mondo della biologia di una sottospecie chiamata “homosapiens sapiens”:
– Le conquiste, le prospettive, e il futuro dell’essere umano sono condizionati dalla capacitá del proprio intelletto di generare soluzioni ai problemi che genera la vita sulla terra. Durante millenni la ragione e l’intelligenza dell’uomo hanno dato risposta a molteplici interrogativi che hanno condizionato il suo adattamento nel medio ambiente. Certamente, il nostro organismo è stato realizzatore e costruttore del pensiero astratto, pertanto, contemplando la nostra cultura, non possiamo che ammirare la natura fisica dell’uomo il quale a livello anatomico e fisiologico s’è adattato quasi alla perfezione alla biosfera cambiante che abita, al punto che è capace di modificarla a suo beneficio o viceversa.
…e potremmo continuare all’infinito, ascoltando calamitati le spiegazioni di questo giovane medico superspecializzato nella patologia della colonna vertebrale. Ci avvince la sua profonda serietà nell’affrontare e spiegare l’argomento, ci affascina il suo particolarissimo orgoglio di italo-venezolano; ci commuove l’umanità profonda che sa esprimere guardandoci dritto negli occhi.  È un figlio d’emigranti: uno di noi, un chiarissimo medico cittadino del mondo, che onora le nostre origini.