Omicidio Los Roques, ricercate tre persone

CARACAS – Per l’omicidio di Elena Vecoli, la turista italiana uccisa nella notte su martedì a Los Roques, la polizia venezolana sta ricercando tre persone, noti fuorilegge della zona de La Guaira, dei quali sono stati elaborati gli identikit. Di uno di questi si conoscono le generalità, gli altri due sono identificati solo con i soprannomi con i quali sono conosciuti nell’ambiente della malavita. Sarebbero state effettuate diverse perquisizioni; ma i tre – sospettati di aver aggredito la Vecoli e suo marito, Riccardo Prescendi – ancora sarebbero latitanti. Sembra che sia stata ritrovata la lancia che avrebbe portato il commando a Los Roques; era alla deriva, al largo di Vargas.


Ieri mattina è arrivata all’aeroporto milanese di Malpensa la salma di Elena Vecoli. I funerali si terranno domani alle 14.30 a Firenze; a celebrarli sarà don Alvaro Guidotti, parroco di Carraia, colui che, il 16 settembre scorso, aveva unito Elena e Riccardo in matrimonio. Non è certo che Prescendi prenda parte alla cerimonia; è tornato ieri in Italia con un volo Lufthansa, ma le sue condizioni potrebbero non permettergli di essere presente. Le autorità venezolane hanno tentato di scongiurare la sua partenza: lui ha visto gli aggressori, un suo eventuale riconoscimento potrebbe inchiodarli. Sull’altro piatto della bilancia, Prescendi ha dovuto prendere atto di altre necessità: quella di sottoporsi quanto prima a cure particolari, che prevedono un intervento di chirurgia facciale per ricostruire un setto nasale semidistrutto, con fratture multiple; un’operazione che va effettuata prima del rinsaldarsi delle ossa. E poi la qualità dell’assistenza sanitaria, e i suoi costi (coperti da un’assicurazione sanitaria ma anche dalla famiglia Prescendi; l’ambasciata, ci è stato spiegato, non può per legge prestare aiuto economico ai turisti, “neanche in casi tragici come questo”). E, probabilmente, il desiderio di lasciare al più presto un paese che si è rivelato tanto ostile. La magistratura venezolana non ha sollevato obiezioni alla partenza di Prescendi: “Non è stato trovato alcun motivo per trattenerlo”, riferiscono fonti d’ambasciata. Se mai si rendesse necessaria una sua collaborazione alle indagini, si potrà agire sulla base di una rogatoria internazionale; ma i tempi si allungherebbero, col rischio che i sospetti vengano rimessi in libertà prima di un confronto. In ogni caso, la collaborazione tra autorità venezolane e italiane è stata definita “molto intensa” in ambasciata.


Le indagini continuano a seguire la pista dello scambio di persona, soprattutto in Italia dove, nel fine settimana, ha deposto colui che sarebbe stato il vero obiettivo del pestaggio: Andrea Piccinni, proprietario della posada “La Lagunita” dove la Vecoli (era incinta di un mese, riferiscono i media venezolani) e Prescendi sono stati aggrediti. Piccinni – che per diversi anni ha vissuto tra Caracas, Los Roques e l’Italia – ha confermato di aver ricevuto minacce a causa della sua relazione con una giovane caraqueña; autore ne sarebbe un alto funzionario di un corpo di polizia venezolano (c’è chi indica la Guardia Nacional, chi la Disip). E’ emerso che Piccinni, in passato, era già stato aggredito, a Caracas; tanto duramente da indurre i medici a porlo in “coma indotto”. Da allora, aveva notevolmente ridotto i suoi arrivi in Venezuela. Avrebbe dovuto tornare il 25 settembre scorso, lunedì: sembrerebbe che chi aveva dei conti aperti con lui fosse bene informato. Poi aveva posticipato il volo al 2 ottobre, oggi: ma ora, dicono i suoi amici in Italia, Piccinni col Venezuela ha chiuso.


Alle dichiarazioni di Piccinni si aggiungono quelle attribuite a Prescendi dal quotidiano italiano il Giornale: “C’è stato uno scambio di persona, pensavano di aggredire qualcun’altro”. Prescendi – continua il Giornale – avrebbe inoltre riferito di essere stato incaprettato, una punizione tipica – si spiega – di “rappresaglie passionali”.


In merito all’arrivo in Venezuela del viceministro Danieli, dall’ambasciata precisano che esso si inquadra in un tour già programmato di visite ai paesi a più alta presenza italiana; date ancora non se ne fanno, ma l’attesa potrebbe essere più lunga di quello che era apparso la scorsa settimana: “Forse entro l’anno”, si dice in ambienti bene informati. Infine, la ricaduta dell’omicidio sul turismo (Los Roques riceve il 90% delle presenze italiane in Venezuela): dati ufficiali non si conoscono, ma testimonianze riportate dai media italiani parlano di partenze cancellate verso quello che, in Italia, si considera ormai un ex paradiso.


Nella foto (ANSA): Andrea Piccinni (a sinistra) mentre si reca in procura, a Firenze, per deporre