Insegnare l’italiano, due corsi per in Venezuela

CARACAS – “La lingua cambia, ma non è facile accorgersi delle micro e macro trasformazioni in divenire, immersi come siamo in un dato ambiente comunicativo, neanche per chi la lingua la insegna”. E’ questo uno dei motivi indicatoci dalla professoressa Anna Greco, dirigente dell’ufficio scolastico della sede diplomatica, per cui ai docenti di lingua e cultura italiana viene offerta dal ministero degli Esteri italiano una specifica formazione. Quest’anno, in Venezuela, il momento formativo è iniziato il 9 ottobre presso il Colegio Bolivar y Garibaldi, ente gestore di un corso sviluppato dall’Università per stranieri di Siena, alla nona esperienza didattica in questo paese. Il corso prevede una prima fase di lezioni in aula, durata due settimane e conclusasi oggi; più una seconda fase di insegnamento a distanza con tutoraggio ed esami online, che si protrarrà fino ad aprile. “Con questo corso – spiega la professoressa Greco – si intende favorire e qualificare linguisticamente e contenutisticamente gli insegnanti locali. Infatti, il sistema italiano di formazione degli insegnanti integra la formazione sui contenuti disciplinari linguistici con insegnamenti generali di scienze dell’educazione, con laboratori didattici e con attività operative”.


Il corso è stato seguito da 43 docenti appartenenti a 16 scuole italiane in Venezuela, dalla Agustin Codazzi di Caracas all’Angelo De Marta di Puerto La Cruz alla San Pedro di Barquisimeto. “In cattedra” Massimo Palermo, Sabrina Mazzei ed Elisabetta Tronconi, docenti presso la Upss.


In altra sede, altri venti docenti di scuola italiana stanno svolgendo un aggiornamento di secondo livello “per lo sviluppo di competenze specifiche idonee a padroneggiare le tecnologie per approfondimenti linguistici e didattici”. Ciò avviene nella scuola italiana A. Codazzi con un corso articolato in una serie di seminari “a forte carattere operativo”, con un uso estensivo di pc e, forse più avanti, videocamere. Questa serie di corsi è tenuta da Fabrizio Faraco, esperto di formazione e valutazione, già dirigente dell’Iri e docente al Mit di Boston. Nell’iniziare i bambini al vasto mondo dell’informatica – insegnando loro a usare programmi quali PowerPoint o Word, e quindi portandoli a costruire un sito internet – Faraco parla loro strettamente in italiano (anche per indicare i comandi di Window, che sui Pc della Codazzi sono in spagnolo), e li guida attraverso le “competenze trasversali” che adesso ispirano la didattica italiana; con ciò intendendo il privilegiare il metodo sulla nozione, insegnare a risolvere un qualsiasi genere di problema piuttosto che chiedere di imparare meccanicamente un testo. I corsi tenuti da Faraco si svolgono nell’arco di sette settimane, fornendo a ognuno dei 120 bambini delle elementari italiane della Codazzi 35 ore di lezione.