Camera, si disegna la nuova cittadinanza

ROMA – Riscrivere le norme sulla cittadinanza attraverso “larghe convergenze”. E’ l’appello partito ieri dal Quirinale, e accolto da un coro di adesioni in Parlamento. Ma l’accordo sembra più facile a parole che nei fatti, dal momento che all’entusiasmo dell’Unione si oppongono le cautele di gran parte della Casa delle libertà. Tra i più disponibili ad accogliere l’invito di Napolitano vi è il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, pronto a discutere “seriamente” la proposta di legge della maggioranza, approvata ieri in commissione Affari Costituzionali della Camera con l’astensione di Forza Italia e di An. La proposta di sintesi messa a punto dal deputato della Margherita e relatore del provvedimento Gianclaudio Bressa innova l’idea di cittadinanza, trasformandola in un vero e proprio diritto e facendo della permanenza sul territorio della Repubblica una chiave di volta.


Se il Parlamento dovesse dare via libera a questa nuova proposta, per avere diritto al passaporto italiano non sarà più necessario nascere da genitori italiani, ma basterà risiedere da 5 anni nel nostro Paese, essere in grado di dire qualche parola in italiano (è richiesto lo stesso livello dei bambini di terza elementare) e possedere un reddito minimo, pari a quello che serve per ottenere il permesso di lungo soggiorno, vale a dire tra i 6mila e i 7mila euro l’anno. A patto, poi, ovviamente di non essere in debito con la giustizia.