L’Avana- Il 30 e 31 maggio prossimi si svolgerà all’Avana, presso
“Questa edizione del Seminario, che si incentrerà sulla didattica dell’italiano e sulle prospettive del suo insegnamento nell’isola –precisa l’Ambasciatore – contemplerà una parte dedicata alle conferenze ed una parte dedicata ai laboratori, questi ultimi organizzati, nella mattinata del 29 maggio, presso la sede della Unión Latina. Al Professor Colasanti sarà invece affidata la lezione conclusiva del Seminario, che riguarderà la letteratura italiana contemporanea”.
L’inaugurazione del Seminario avrà luogo il 29 maggio, alle 16.00, presso l’Aula Magna del Colegio Mayor de San Jerónimo, alla presenza dell’Ambasciatore Vecchioni, dell’Historiador de
La conclusione del Seminario avverrà invece presso
Va sottolineato il carattere eminentemente strumentale con cui i cubani si avvicinano alla nostra lingua. In altre parole, nel contesto cubano, l’italiano non viene percepito come una “lingua di cultura” e nemmeno come una “lingua etnica” . Questo ovviamente non significa che non ci siano casi di intellettuali e di operatori culturali che studiano l’italiano con intenzioni essenzialmente formative, legate alla possibilità di fruire direttamente di opere culturali che si considerano di tale valore da meritare lo sforzo di apprendimento della lingua in cui sono state scritte. Così non mancano discendenti di italiani, di prima e di seconda generazione, che cercano nella nostra lingua un recupero delle loro radici e sono mossi da ragioni prevlentemente affettive e di ricostruzione dell’identità del gruppo familiare nella sua linearità plurigenerazionale (lingua etnica). Chi studia oggi l’italiano a Cuba si è avvicinato a questa lingua per ragioni, come dicevamo, strumentali, legate alle opportunità occupazionali, soprattutto nel turismo, e in parte a speranze migratorie spesso collegate a loro volta alla formazione di coppie miste italo-cubane. Questo carattere strumentale del profilo motivazionale dello studente di italiano a Cuba, se da un lato rappresenta una forte carica didattica per l’apprendimento, dall’altro pone il problema di come arricchire questa intenzionalità eminentemente pragmatica, inserendovi progressivamente approcci anche delle componenti culturali e più in generale formative.