Incontro tra Jorge Rodriguez e alcuni esponenti della Collettività

CARACAS – Venerdì scorso, il vicepresidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, Jorge Rodríguez, ha incontrato una rappresentanza della comunità italiana allo scopo di sgombrare il campo da alcuni timori che hanno preso corpo in tempi più o meno recenti tra i connazionali: sicurezza, garanzie sulla proprietà privata, possibilità d’investimenti nel paese, inflazione. L’evento si inquadra in una serie di incontri tra governo e comunità di oriundi residenti in Venezuela. Chi ha preso parte all’incontro (i consiglieri del Cgie Michele Coletta, Nello Collevecchio e Ugo Di Martino; il presidente del Comites Caracas, Michele Buscemi; il presidente della Cavenit, Giorgio Trevisi; l’ambasciatore Gerardo Carante e il primo segretario d’ambasciata Marco Petacco) riferisce che le risposte date da Rodríguez sono state sorprendentemente positive, e che tutta la riunione si è svolta in un’atmosfera cordiale e amichevole. Un’atmosfera che per primo il vicepresidente Rodríguez ha contribuito a creare, rivelando le sue radici italiane – il suo bisnonno materno è nato nella penisola – e il suo italianissimo amore per il caffè espresso.


Nel concreto, in merito al problema dell’insicurezza, Rodríguez ha risposto che il governo è conscio che si tratta “della prima preoccupazione dei venezolani”, e che entro due settimane il presidente Chávez, sfruttando i poteri della “Ley Habilitante”, istituirà la “Misión Seguridad”. Non è stato specificato in cosa questa “missione” consista; è stato comunque anticipata l’istituzione di un nuovo corpo di polizia, che faccia ordine nella congerie di polizie già esistenti nel Paese (addirittura 170, dalla GN fino alle varie polizie municipali); e una riforma del codice di procedura penale, volta da una parte ad aumentare le garanzie dell’imputato, dall’altro a rendere più incisiva l’azione di polizia giudiziaria. In particolare, sul tema dei sequestri, Rodríguez ha dato disposizioni ai viceministri Rodrigo Chaves Samudio e Delcy Rodríguez, anch’essi presenti all’incontro, di definire entro venti giorni l’accordo di collaborazione con l’Italia annunciato dal viceministro Danieli, avviando entro quel termine la formazione nella penisola di venti funzionari di polizia venezolani nelle tecniche di lotta ai sequestri. Altro tema sensibile, la salvaguardia della proprietà privata. Rodríguez ha ricordato come lo stesso presidente Chávez abbia spiegato che il socialismo ammetta la proprietà privata, che verrà garantita secondo quanto prescrive la Costituzione. Resta il principio secondo cui una proprietà utile al bene comune e sottoutilizzata – per esempio una tenuta agricola improduttiva, o un palazzo non abitato – è passibile di espropriazione. Quando ciò avvenga, ha garantito Rodríguez, lo Stato corrisponderà al proprietario un indennizzo “congruo e rapido”. Quanto ai problemi economici, la vicepresidenza assicura che la valuta straniera necessaria per l’interscambio con l’estero verrà fornita prontamente alle imprese, italiane o italovenezolane, che ne avranno necessità.


Al termine dell’incontro, i rappresentanti italiani hanno espresso il desiderio che le cose dette da Rodríguez in questa riunione ristretta fossero ripetute dal vicepresidente di fronte a una platea più vasta. Un invito accettato di buon grado: entro poche settimane, anticipano da Cgie e Comites, ci sarà un incontro con Jorge Rodríguez aperto a tutta la comunità italiana, in un luogo ancora da definire.


Enrico De Simone


 


LE REAZIONI


Michele Buscemi, presidente Comites Caracas: “E’ stato un incontro senz’altro positivo. Il vicepresidente e i viceministri presenti hanno dato prova di grande disponibilità, ci hanno ascoltato e hanno tenuto conto delle nostre richieste. Ritengo molto importante l’accordo per un prossimo incontro tra il vicepresidente Rodríguez e la comunità. Anche se non condividiamo alcune cose, è importante un avvicinamento tra governo e comunità. La comunità non fa politica, ma è necessario che sia ben vista. La comunità, in quanto tale, non può essere né chavista né antichavista, perché ci sono italovenezolani in entrambi gli schieramenti. Però amiamo questo paese, e il paese deve sapere che gli italiani vogliono lo sviluppo e la crescita del Venezuela. Un ringraziamento anche all’Italia, per l’aiuto fornito al Venezuela nella lotta ai sequestri”. 


Ugo Di Martino, Cgie: “Un incontro niente affatto negativo, anzi positivo. I rappresentanti del governo hanno dimostrato grande disponibilità, vogliono comunicare la sicurezza che il paese è democratico”.


Nello Collevecchio, Cgie: “Riunione molto positiva. Il vicepresidente Rodríguez ha voluto ribadire la vicinanza del governo alle comunità, tra cui la nostra, e ci ha pregato di comunicare ai connazionali che la proprietà privata sarà garantita come da Costituzione. Ci auguriamo che questi incontri si ripetano”.


 


IL PRECEDENTE


Il 22 giugno 2005, il presidente Hugo Chávez ricevette a Palazzo Miraflores un’ampia delegazione in rappresentanza della comunità italovenezolana. Anche allora, l’evento si inquadrava in una serie di incontri tra governo e comunità di oriundi residenti in Venezuela. Vi parteciparono Di Martino, Collevecchio, Buscemi, l’ambasciatore Carante, presenti anche all’incontro di venerdì scorso; e poi un folto gruppo di imprenditori, tra cui il compianto Filippo Sindoni, autore di un intervento applaudito dallo stesso Chávez: “Il Paese sta crescendo, quest’anno il Pil sta aumentando del 7,5% – disse Sindoni. – Il 60% degli imprenditori sono italiani che hanno scelto di legarsi a questo paese. E’ allora necessario assumerci anche la responsabilità sociale: non è possibile che in Venezuela ci sia un’isola di ricchezza circondata dalla miseria. E’ nostro dovere lottare contro questo problema. Molti di noi hanno iniziato da zero, adesso dobbiamo rilanciare la lotta contro la povertà, in una relazione ‘ganar-ganar’ dove la prosperità dell’uno dipende da quella dell’altro”.

Va sottolineato come i problemi sollevati dai rappresentanti della comunità italiana dinanzi al presidente fossero, in buona sostanza, gli stessi di cui si è parlato due anni più tardi, ossia venerdì scorso. Collevecchio chiedeva, allora come oggi, “protezione giuridica degli investimenti e della proprietà”. Allora come oggi, insicurezza e, particolarmente, l’incubo sequestri tormentavano i sonni degli italiani e di tutti gli altri cittadini venezolani. Venerdì scorso, il governo ha annunciato provvedimenti specifici, in particolare contro la criminalità. Vedremo al prossimo incontro comunità-governo di cosa si parlerà.