Pena di morte, la Ue unita per la moratoria

LUSSEMBURGO – Una “decisione formale” che impegna l’Europa, finalmente unita, a presentare la risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali in apertura della prossima assemblea generale dell’Onu a settembre prossimo. Si è chiusa con questo “grande successo”, per usare le parole di Massimo D’Alema, la discussione alla riunione dei ministri degli Esteri europei ieri in Lussemburgo sulla pena di morte. Un successo della diplomazia italiana – promotrice dell’iniziativa – che ha riscosso a Roma un plauso trasversale agli schieramenti e che fissa una scadenza decisa all’unanimità dai Ventisette per una battaglia che già adesso può contare a Palazzo di Vetro sul voto di 93 paesi membri.


A raccontare i retroscena del compromesso è stato lo stesso titolare della Farnesina nella conferenza stampa che ha seguito la conclusione del vertice. L’Italia spingeva per portare il tema all’attenzione già dell’assemblea generale in corso ma si è trovata di fronte le resistenze di quanti volevano rinviare ancora “sine die” la questione. Un rinvio al quale D’Alema si è opposto, trovando nella mediazione francese pensata da Bernard Kouchner un compromesso “più che accettabile”: la risoluzione non sarà presentata all’assemblea Onu in corso ma l’impegno formale assunto all’unanimità dai Ventisette è quello di farlo in apertura della prossima, ovvero a settembre.


“Rompere l’unità europea per una differenza di poche settimane ci è sembrato fosse incomprensibile” ha commentato D’Alema, che si è poi detto “fiducioso” in vista della sfida a Palazzo di Vetro.


“E’ un grande successo dell’Italia, delle associazioni, di chi, come i radicali, non ha mai cessato di battersi sulla questione, del Parlamento e del nostro governo” ha commentato Romano Prodi, riservando un riconoscimento particolare a D’Alema “per aver insistito ancora una volta sulla necessità di procedere il più presto possibile con un atto concreto per una battaglia di civiltà che vede l’Italia in prima fila”. Lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – ricevendo in mattinata una delegazione di personalità africane ed europee partecipanti al Convegno “Africa for life” – aveva definito la campagna per l’abolizione della pena di morte “una battaglia fondamentale per il comune progresso civile e per la difesa dei diritti umani, cui l’Italia è fortemente impegnata”.