Libano, attacco all’Unifil Uccisi cinque spagnoli

Si contano anche tre feriti. Preoccupazione per il contingente italiano, che costituisce il grosso della forza d’interposizione delle Nazioni unite. Hamas condanna l’attentato


BEIRUT – Sangue sulla missione di pace in Libano, guidata dall’Italia. Cinque soldati spagnoli sono morti, altri tre sono rimasti feriti quando i mezzi su cui viaggiavano sono saltati in aria su una mina nei pressi di Sahel el Dardara, villaggio nella zona sotto controllo delle Nazioni unite, nel sud del paese. Si tratta del primo attacco contro la forza Unifil dalla fine della guerra d’estate tra il movimento integralista islamico Hamas e Israele. Il ministro della Difesa spagnolo, José Antonio Alonso, ha definito quanto accaduto “un attentato terroristico deliberato”, di cui manca una rivendicazione. Il movimento estremista islamico Hamas ha condannato l’attentato.


La forza d’interposizione dell’Onu “Unifil” è schierata in Libano sin dal 1978, ad agosto è stata rinforzata da nuovi contingenti internazionali e adesso la sua composizione vede l’Italia schierare la forza maggiore: 2.450 uomini con carri armati ed elicotteri. Italiano è il comandante di tutta la forza Unifil, il generale Claudio Graziano. Drammatici i resoconti giunti dal luogo dell’attentato. Si ritiene che a esplodere sia stato un ordigno posto sul ciglio della strada, azionato a distanza. L’esplosione ha investito due blindati dell’autocolonna spagnola che transitava in quel momento. Su uno dei due mezzi era stata caricata una cassa d’esplosivo, deflagrata a sua volta. I cadaveri di due soldati spagnoli sono stati scagliati a una decina di metri dal punto dell’esplosione, orrendamente dilaniati. Nessun militare italiano è rimasto coinvolto nell’attentato.