Brogli elettorali


Proprio non ci stanno. E lo dimostrano giorno dopo giorno. La sconfitta elettorale brucia ancora. Forse più di prima. E visto che la “spallata” resta una chimera e che il Partito Democratico rappresenta una realtà destinata a rafforzare il Governo-Prodi, ecco che c’è chi grida di nuovo ai “brogli elettorali all’estero”.


Pareva che oramai l’argomento fosse archiviato. E che alla rabbia e alle frustrazioni per la sconfitta alle urna, avesse il sopravvento il buon senso e la ragione. Non è così.


Nei giorni scorsi, su “Repubblica.it” è stato diffuso un video di presunti brogli avvenuti in Australia, durante le ultime elezioni politiche. Sarà la magistratura ad appurare la sua autenticità. Ma, intanto, il video continua a far parlare.


Fermo restando che il voto degli italiani all’estero è ormai una realtà e che questo è un diritto che più nessuno può negarci, è altresì vero che all’estero, come d’altronde anche in Italia, non sono mancate alcune irregolarità. Irregolarità, queste, che nel caso del Venezuela sono state puntualmente denunciate su queste colonne. Dicevamo, appunto, irregolarità e non brogli. Irregolarità che, seppur gravi, non lo sono così tanto da inficiare le elezioni.


E’ necessario, e tutti ne siamo consapevoli, che l’esercizio del voto all’estero venga rivisto e migliorato. Non solo per blindarlo dalle possibili irregolarità che si possano presentare, ma soprattutto per renderlo accessibile a tutti i connazionali all’estero.


Dalle ripetute denuncie della destra più recalcitrante, le nostre Collettività all’estero devono trarne alcune lezioni. Innanzitutto che proprio quelle frangie politiche che ieri reclamavano il voto all’estero come un diritto, pensando in un vero e proprio plebiscito per il centro-destra, sono oggi quelle che gridano ai brogli e desiderano privare gli italiani fuori d’Italia di un diritto sancito dalla Costituzione. E poi che, sempre nei settori più reazionari, c’è chi considera le nostre Comunità “covi di delinquenti” o masse di ignoranti esposte alla


strumentalizzazione di persone senza scrupoli.


Ebbene, il voto degli italiani all’estero ha dimostrato che le nostre Comunità non sono più masse nostalgiche legate ai ricordi del passato, – leggasi spaghetti e mandolini -, ma elettori consapevoli e maturi, che votano secondo logiche del tutto simili a quelle dei cittadini nella madrepatria. Per quel che riguarda, poi, al “covo di delinquenti” non si può evitare che ognuno giudichi secondo il proprio metro.


Infine, c’è da sottolineare che gli anni dell’emigrazione della valigia di cartone e dei connazionali ingenui è solo parte di un passato di cui la nostra Collettività, seconde e terze generazioni incluse, vanno orgogliose. Tanto è cambiato. Gli italiani fuori d’Italia sono industriali, commercianti, professionisti affermati che “conoscono il mondo”, “vivono il mondo” e seguono con interesse quanto accade in Italia. Ingannarli è difficile perchè nell’era della globalizzazione chi vive all’estero è forse più vicini alla madrepatria di quanto lo siano gli italiani in Italia.


L’Italia, dentro e fuori d’Italia, è cambiata, lo ha dimostrato alle urna. E non è gridando a presunti brogli elettorali che si possa nascondere questa realtà; tantomeno cambiarla.