L’esperto antisequestro per noi è stato come un angelo custode

MARACAIBO – Un’operazione da manuale. Non è statu pagato alcun riscatto e le vittime, Doriana Rocca e Marcedes Montiel in Pardi, sono tornate a casa sane e salve. Il lavoro coordinato della forze dell’ordine –leggasi Gaes e Cicpc – ha ottenuto, quindi, i risultati sperati. I delinquenti, al sentirse braccati, hanno preferito abbandonare le proprie vittime e darsi alla fuga. La liberazione, ha commentato uno degli agenti intervenuti nell’operazione, “si è svolto come da manuale, meglio proprio non poteva andare”. Ed è andato tanto bene che il sequestro è durato pochi giorni, appena due. E cosí Doriana Rocca, un’esile giovane di appena 17 anni, e la zia, Mecedes Montiel in Pardi, hanno potuto riabbracciare i propri cari. – In questi due terribili giorni – ha detto Loreto Rocca, il padre di Doriana, raggiunto telefónicamente dalla “Voce” – non ho potuto chiudere occhio. Avevano chiesto 500 milioni di bolívares. E, nonostante le nostre preghiere, non si erano mossi da questa somma. Insistevano. Adesso – prosegue – c’è il timore che possa accadere di nuovo. Che il dramma che abbiamo vissuto in questi giorni possa ripetersi  Non lesina complimenti per chi ha permesso che la figliola, ancora scossa dalla terribile esperienza, sia di nuovo in casa sana e salva. – Abbiamo avuto fiducia – commenta -. Ci siamo sentiti appoggiati in ogni momento dalla polizia locale, dal “Grupo Antisequestro e Antiestorsione”, dalla Cicpc. E sismo tanto, tanto riconoscenti all’Ispettore della Polizia di Statu Bruno Pirrello, esperto dell’Ufficio Antisequestro dell’Ambasciata d’Italia. Ci è statu sempre vicino. Ci ha consigliato; ci ha aiutato a superare i momenti di paura. Insomma, per noi è stato un vero e proprio “angelo custode”. Non ho parole per ringraziarlo. – Cosa ha pensato quando è venuto a sapere del sequestro di sua figlia. Dall’altro lato della linea si fa silenzio. E, dopo un lungo sospiro, il signor Rocca risponde: – Che eravamo rovinati. Sí, proprio così. Che eravamo rovinati. Sembrava ci fosse caduto il mondo addosso. In quei momenti non si sa che fare… ci si raccomanda a Dio… Grazie al cielo, c’è stato l’ispettore Perillo; Bruno, che non so neanch’io com’è apparso. Ecco proprio come un angelo. All’improvviso l’ho avuto accanto ed ho solo fatto quello che lui mi ha detto. Ho sempre seguito le sue istruzioni. – Si dice in giro che avete pagato un riscatto. Nega. – Ci erano stati chiesti 500 milioni di bolívares. Ma non abbiamo pagato. La polizia ha liberato mia figlia. – C’è stato un conflitto a fuoco con i sequestratori? – No – spiega -. La liberazione di mia figlia e di mia cognata non solo è avvenuta senza pagare una lira ma anche senza sparare un colpo. I delinquenti si sono sentiti evidentemente in pericolo. La polizia aveva inmediatamente circondato la zona e loro, probabilmente spaventati, hanno preferito abbandonare tutto e darsi alla fuga. Ci dice che tanto Soriana come Mercedes, vistesi abandónate dai sequestratori, “hanno preso un taxi e raggiunto la casa”.- Indescrivibile l’emozione quando le abbiamo avuto di nuovo tra noi – afferma -. E’stato come svegliarsi da un incubo.– Una volta saputo del sequestro avete chiamato subito la polizia? Racconta che i primi contatti con la le Forze dell’Ordine furono presi dal marito di Mercedes. – Non sapeva come agire; come comportarsi. Ha esposto subito la denuncia alla polizia e si è messo immediatamente in contatto con il Consolato – dopo una pausa prosegue: – Noi non sapevamo dell’esistenza di un esperto antisequestro presso la nostra Ambasciata. Credo che siano pochi a saperlo; a sapere che in questi casi c’è in Ambasciata una persona nella quale riporre tutto la nostra fiducia e le nostre speranze. Un ispettore della policía locale mi disse: “Ma lei lo sa che potete chiedere aiuto al vostro esperto antisequestro”? Non trascorse molto tempo e al mio lato c’era l’ispettore Pirrello. Grazie a Dio arrivó proprio subito. Proprio come un angelo custode. E’ stato lui a prendere le redini della situazione e a gestire tutti i contatti. Proprietario di un negozio di ferramenta, il signor Rocca approfitta le colonne della “Voce” per un messaggio di speranza alla nostra Comunità: – Quando si è vittime di un sequestro non si sa a chi ricorrere. Noi italiani fortunatamente sì. Abbiamo l’esperto antisequestro, le nostre autorità. Ci si deve comunicare inmediatamente con la polizia ed anche con il Consolato e l’Ambasciata. Loro mi hanno aiutato moltissimo. Io ho saputo che in Venezuela c’era l’ispettore Pirrello per una casualità della vita. E non è giusto. Dobbiamo far conoscere l’esistenza di questo ufficio che funziona presso l’Ambasciata. Vorrei anche ringraziare di cuore il nostro Console di Maracaibo, che ci è stato vicino in questi momenti difficili. E anche l’Ambasciatore Luigi Maccotta, che ci ha raggiunto con una telefonata e ci ha espresso la propria solidarietà. Mi è statu detto che questa è stata la prima volta che un Ambasciatore telefona personalmente ad una vittima di sequestro. Non me lo aspettavo. E’ stata una sorpresa. Ciò ci fa sentire più vicino alle nostre autorità. Stando a indiscrezioni, la polizia già avrebbe identificato gli autori del sequestro. Per i prossimi giorni, si attendono gli ulteriori sviluppi della faccenda e anche alcuni arresti.