Welfare, i lavoratori alle urne

ROMA – Urne aperte per la consultazione sul protocollo di luglio sul welfare: fino alle 14 del 10 ottobre, sono attesi a votare circa 5 milioni di lavoratori e pensionati per i quali sono stati aperti oltre 30 mila seggi. Ottimisti sull’andamento e l’esito del referendum i sindacati che stanno registrando una “positiva affluenza alle urne”. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani parla di una “ bella giornata per il sindacato, per i lavoratori e per il Paese”.


I risultati si conosceranno formalmente il 12 ottobre, giorno in cui il governo tradurrà il protocollo in disegno di legge. Il ministro del Lavoro ha già chiarito che al consiglio dei ministri del 12 andrà “la versione sottoscritta il 23 luglio”, pur avendo parlato di “eventuali modifiche” che, ha detto, “ci potranno essere solo con il concorso delle parti sociali che hanno sottoscritto il protocollo”.


Le correzioni che, secondo il responsabile del Lavoro, potranno essere apportate sono quelle sui lavori usuranti e sui contratti a termine. Possibili ‘aggiustamenti’ che sembrano comunque destinati a essere pesati anche alla luce dei risultati del ‘voto’, e che potrebbero essere oggetto di una eventuale proposta da presentare già al cdm. Anche il sottosegretario all’Economia, il Verde Paolo Cento, parla di correzioni: “ci sono – dice – le condizioni finanziarie e politiche per modificare il protocollo coinvolgendo sia le parti sociali che le forze politiche che poi dovranno votarlo in Parlamento”. Ma sulle modifiche in Aula arriva l’altolà del segretario della Cisl.


– La politica stia lontana dal mondo del lavoro – chiede Raffaele Bonanni criticando “l’insistenza di ambienti che vogliono travalicare il ruolo del sindacato”.


Anche per la Uil “nel Parlamento non c’é nessuna maggioranza in grado di far approvare emendamenti che migliorino quest’accordo” . Da parte sua Confindustria ricorda che “l’accordo impegna tutti coloro che lo hanno firmato” e quindi, afferma il direttore generale, Maurizio Beretta, anche il “primo firmatario” e cioé il governo che deve portarlo quindi in Parlamento così com’é. La consultazione intanto procede nonostante le critiche.