Welfare, in Venezuela si mobilitano i pensionati

CARACAS- Dobbiamo mostrare all’Italia che anche noi ci siamo. Questo grido è la molla che spinge tutti i patronati in Venezuela a mobilitare i propri iscritti per il referendum sul protocollo d’intesa firmato dai sindacati Quando c’è da dare un risposta, il fronte venezolano è compatto. Iniziano le telefonate una settimana prima, un lavoro capillare. “Salve, è un po’ di tempo che non si ci vede, perché non viene a farsi un giro qui” e poi giù a spiegare che votare per il protocollo firmato dai sindacati, ma criticato da parte della sua base, è utile. Mentre siamo all’Inca arriva un vecchietto simpaticissimo, si chiama Celestino, Di Vaira gli dà foglio e penna, e lui “ma io non so niente, per cosa devo votare?”. Per l’aumento della pensione, risponde sicuro Di Vaira. “Ma se è così allora che voto a fare? Chi voterebbe no?”. Sorride e gli occhi gli brillano, si poggia su un bastone, è un pioniere. Se ne va con passo lento,  commenta: “Però, bell’ufficio adesso”. Gli occhi scrutano la nuovissima sede del Patronato Inca.


La domanda è ben posta? Chi voterebbe no in Venezuela? Pochi,  e infatti si prevede un plebiscito a favore del sì, lo conferma un’affluenza alta, ma non altissima. Sempre Giovanni Di Vaira dell’Inca:


“Avessimo avuto più tempo sicuramente avremmo potuto raccogliere più voti! Ieri comunque hanno votato 266 persone. Contiamo di chiudere domani con almeno 800 votanti ”.


Anna Maria Fiore dell’Inas è felice e soddisfatta. Risponde alle nostre domande euforica:


“210 persone il primo giorno, oggi prevediamo tra i 150 e i 200. E’ una nostra vittoria”. Perché? “Perché spieghi, insegni. Noi abbiamo lottato per votare all’estero. Dobbiamo far capire l’importanza di esprimere la propria volontà. Io voglio che le cose siano fatte proprio come se stessimo in Italia. Qualcuno mi ha detto, ‘ma a che serve se tanto è il parlamento quello che alla fine decide?’ No, invece serve, serve a farci ascoltare, a far sentire la nostra presenza”. Ma diciamoci la verità- insistiamo- il voto è scontato, tutti a favore del sí?  “Certo- continua Fiore- perché ci sono benefici per i pensionati, tra cui la quattordicesima mensilitá, gli aumenti. Noi abbiamo fatto campagna a favore de sí. Chi vuole votare no per altre ragioni, lo faccia” Ma lo faranno? “Non credo”.
Gli anziani, gli iscritti si mettono in fila al mattino, perchè sono abituati ad alzarsi presto. “Quando noi apriamo- ci dice una impiegata- già loro sono lì in coda. A mezzo giorno non c’è più nessuno, ma prima, c’era una fila enorme. I nostri vecchietti sono così, si svegliano al mattino  e tornano presto a casa. Il pomeriggio quasi non escono. Qualcuno è orgoglioso, ha più di novanta anni ma non vuole venire accompagnato”. Come il signor Cosimo, 97 anni e il papillon,. Non ha perso l’occasione per esprimere anche lui il suo voto. D’altronde è facilissimo, bisogna mettere un croce, favorevole o contrario. Qualcuno chiede: “Anche la firma?”. No, assolutamente!